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07 maggio 2024

Montebelluna

MURATORE ESPERTO MUORE SUL LAVORO

Stava lavorando nel cantiere per la realizzazione di un nuovo magazzino Geox

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Vazzola. Mentre il Coordinamento Provinciale per la sicurezza nei luoghi di lavoro sta per varare un protocollo comune realizzato da Provincia, sindacati e associazioni di categoria, nella Marca Trevigiana si continua a morire di lavoro.

Luciano Brugnera, muratore 54enne, di Visnà di Vazzola è la decima vittima sul lavoro dall’inizio dell’anno in provincia di Treviso. L’uomo lavorava nell’impresa edile del cognato Quirino Brugnera. L’incidente si è verificato questa mattina, all’interno del cantiere in cui si stanno realizzando i lavori di costruzione di un magazzino della Geox a Signoressa.

Intorno alle 7.30 i colleghi hanno trovato Luciano riverso a terra, ai piedi di una scala a pioli. Poco più in là era rotolato il casco di protezione. L’uomo è probabilmente precipitato dalla scala, da un’altezza di circa 4 metri, su cui era salito per togliere i ferri della gettata di cemento.

Il muratore è deceduto sul colpo per una sospetta frattura della scatola cranica. Non si sa se abbia perso l’equilibrio o se, molto più probabilmente sia caduto in seguito ad un malore. A stabilirlo saranno i tecnici dello Spisal intervenuti insieme ai Carabinieri di Montebelluna subito dopo l’allarme lanciato dai colleghi.

Luciano Brugnera era un muratore esperto, da oltre 15 anni lavorava per l’impresa del fratello della moglie Laura, che, cosa molto diffusa in paese, ha lo stesso cognome del marito. Prima di dedicarsi all’attività nel settore edile, aveva lavorato qualche anno come gelatiere in Germania. Abitava con la moglie e il figlioletto Alberto di 9 anni, in via Cavalieri di Vittorio Veneto. Era il settimo di nove fratelli, di una famiglia molto conosciuta a Vazzola ed in particolare nella frazione di Visnà.

“L’ennesima vittima – spiega il segretario provinciale della Cgil Paolino Barbiero -, dimostra che è arrivato il tempo di individuare le responsabilità di questi fatti gravi. Le aziende devono assumersi seriamente il compito di rispettare e far rispettare al lavoratore le norme di sicurezza anche a costo di sanzionarlo. Di fronte a fatti come questi, si parla sempre del fatto che servono maggiore informazione e formazione ma poi non si fa nulla. Speriamo che il protocollo comune che andremo a sottoscrivere a breve, nel quale tutte le associazioni di categoria s’impegnano in prima persona, serva a risolvere il problema a monte”.

C.M.

 


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