30/04/2024velature lievi

01/05/2024pioggia debole e schiarite

02/05/2024temporale

30 aprile 2024

Italia

Yara, pm: “Bossetti ha seviziato la vittima e agito con crudeltà”

|

|

Yara, pm: “Bossetti ha seviziato la vittima e agito con crudeltà”

Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio, è accusato di “omicidio con l’aggravante di aver adoperato sevizie e di aver agito con crudeltà”. E’ quanto si legge nel provvedimento di fermo firmato dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri titolare dell’inchiesta sul delitto di Yara uccisa a Brembate il 26 novembre 2010. Al presunto colpevole non viene contestata la premeditazione.

Nel capo di imputazione si legge inoltre che il presunto colpevole ha colpito Yara “con tre colpi al capo e con plurime coltellate in diverse regioni del corpo” e “abbandonandola agonizzante in un campo isolato ne cagionava la morte”.

Quanto alla comparazione tra il profilo biologico estratto dagli indumenti di Yara e quello di Bossetti, questa mostra “con sostanziale e assoluta certezza la compatibilità’’ tra i due Dna, è scritto nel provvedimento di fermo. Un confronto che, per l’accusa, dimostra la colpevolezza dell’indagato.

Elementi da associare “all’analisi delle celle telefoniche” il giorno della scomparsa di Yara (il cellulare di Bossetti aggancerebbe la cella di Brembate in un orario compatibile con la scomparsa della 13enne) e “le polveri riconducibili a calce” trovate nei polmoni della vittima (secondo l’esame autoptico) e ‘compatibili’ con il lavoro svolto dal 44enne muratore di Mapello, il quale potrebbe aver avuto facile accesso a un cantiere edile della zona.

Alle 18 il questore di Bergamo terrà una conferenza stampa presso la Questura.

Secondo indiscrezioni il presunto assassino sarebbe il nipote biologico (non anagrafico, perché figlio illegittimo) della donna di servizio della famiglia Gambirasio. Ma Enrico Pellillo, avvocato della famiglia Gambirasio, toglie ogni dubbio sui legami tra il presunto assassino e Yara: “Nessuno sapeva chi fosse fino a ieri”. “E’ un nipote biologico probabilmente inconsapevole di esserlo”, aggiunge.

Il legale chiarisce poi che nella famiglia “nessuno ha esultato, sono persone molto pacate e misurate che hanno avuto fiducia nelle indagini”. Il fermo di Bossetti per il legale non rappresenta un punto di arrivo ma “un punto di partenza. Non abbiamo più indagini a carico di ignoti” e ora la famiglia di Yara “è fiduciosa negli sviluppi” che questa svolta potrà portare nell’inchiesta.

Una fonte descrive Bossetti un uomo “scosso, provato” dalla prima notte in carcere e “preoccupato per la famiglia”. Lunedì è stato interrogato nella caserma dei carabinieri e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sposato con tre figli minori, una moglie e un lavoro come muratore, Bossetti risulta incensurato.

A parlare è anche il suo avvocato di fiducia, Silvia Gazzetti. “Vige la presunzione di innocenza”, ma soprattutto, rimarca, “bisogna avere rispetto per tutte le parti coinvolte: dalla famiglia Gambirasio a quella del mio assistito che ha tre figli minori”.

Procura: volevamo il massimo riserbo - Intanto il procuratore capo di Bergamo, Francesco Dettori, interviene sulla decisione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di rendere pubblica la svolta sul caso di Yara con il fermo di Massimo Giuseppe Bossetti. ”Non c’è nessuna polemica, ma questa situazione non mi è piaciuta” dice Dettori. “Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo - afferma il procuratore - Questo anche a tutela dell’indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza”.

Replica il ministro dell’Interno: “In un giorno di grandi successi occorre evitare polemiche, e non sarò io a farle: non avendo dato alcun dettaglio credo che il procuratore di Bergamo non ce l’abbia con me”. “Piuttosto - rimarca Alfano - si dovrebbe chiedere chi ha inondato i mass media di informazioni e dettagli in quantità infinita: non è stato certo il governo. E in ogni caso - taglia corto il titolare del Viminale - l’opinione pubblica aveva il diritto di sapere e ha saputo. E questo è stato un elemento di rassicurazione, perché nel nostro Paese chi uccide va in galera”.

Ma il procuratore capo ribadisce che gli inquirenti volevano mantenere il silenzio almeno fino alla convalida del fermo di Bossetti. “Il ministro Alfano può avere l’opinione che vuole”, dice Dettori a chi gli riferisce le parole del ministro.

Sulla vicenda interviene anche il procuratore generale di Brescia, Pier Luigi Maria Dell’Osso, in un incontro con la stampa. “A che pro parlare di polemica? E’ chiaro - sottolinea - che un procuratore aspira ad agire senza i riflettori, è fisiologico, accade in ogni indagine”. Per il procuratore di Brescia, si tratta di “polemiche costruite sull’acqua. Gli intenti sono fisiologici: ci possono essere disappunti ma - conclude - di che vogliamo parlare? Di aria fritta”.

 


| modificato il:

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×