Profughi, Manfio: "Utilizziamo le caserme"
L'assessore chiede la collaborazione anche degli altri Comuni, rinviato l'arrivo di 58 nuovi profughi
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Oggi siamo riusciti a trovare una soluzione all’emergenza umanitaria. Ma si tratta sempre di soluzioni temporanee, che impediscono di costruire un vero piano di accoglienza”. Queste le parole dell’assessore al Sociale Liana Manfio, che ieri assieme al sindaco Giovanni Manildo ha lavorato per trovare una soluzione, anche se temporanea, per ospitare i 39 profughi rimasti bloccati sul pullman in stazione dei treni, poi accolti dal centro culturale della comunità marocchina trevigiana.
“Il Comune non ha posti liberi: il dormitorio - usato in passato anche per ospitare i profughi - in questo periodo è aperto ai senza fissa dimora per l’emergenza freddo ed almeno fino a metà aprile sarà occupato, e le altre strutture non sono utilizzabili perché fatiscenti o non a norma”. “Chiaro - ha sottolineato Manfio - che non può e non deve essere solo il Comune di Treviso a rispondere all’emergenza. Per questo abbiamo sollecitato l’intervento di altri Comuni”. Proprio per questo il sindaco Giovanni Manildo, durante l’incontro di oggi in Prefettura, con il Prefetto Maria Augusta Marrosu, i rappresentanti delle forze dell'ordine ed il presidente della provincia, Leonardo Muraro, ha rilanciato la proposta al Prefetto di convocare un incontro con tutti gli altri sindaci della provincia. Incotro fissato per martedì 24 febbraio.
“Credo sia stato mortificante per tutti quanto è accaduto l’altro giorno - ha commentato Andrea Michielan segretario cittadino del Pd - una situazione che non dovrà mai più ripetersi. Rivela poco rispetto per tutti, per gli sfortunati protagonisti e anche per la città. La Prefettura si attrezzi per gestire questi casi, che abbiamo capito non essere più delle emergenze. Il fenomeno migratorio è un fenomeno di proporzioni gigantesche, a cui dovrà cercare di dare risposte la comunità internazionale. Qui nel nostro territorio cerchiamo di fare la nostra parte in modo ragionevole”.
Durante il tavolo in prefettura si è parlato anche di soluzioni alternative per accogliere i prossimi profughi in arrivo nella Marca, come la possibilità di ospitarli nelle caserme: “Si potrebbero sistemare nelle caserme in funzione, con la possibilità di utilizzare alcuni spazi vuoti - ha detto Manfio - Ora la Prefettura dovrebbe attivarsi con il ministero dell’Interno per avere il via libera all’utilizzo delle caserme”. Tra le ipotesi emerse, anche la possibilità di utilizzare un capannone messo a disposizione da un privato.
“La proposta di utilizzare alloggi vuoti o caserme dismesse è già stata fatta diversi mesi fa - ha sottolineato Luigi Calesso di Impegno Civile - quando si è capito che il fenomeno dell’arrivo di profughi nella nostra provincia non sarebbe stato episodico, ma sembra che nulla sia stato fatto per individuare una soluzione che guardasse non solo all’emergenza del momento ma alla creazione di una struttura costantemente disponibile per far fronte agli arrivi di uomini e donne in fuga dai loro Paesi che, come era facile prevedere, continuano ad interessare il nostro territorio. Chi ha la responsabilità di organizzare una struttura permanente di accoglienza? E’ la Prefettura, la Regione, la Protezione Civile, la Provincia? Certo non possono essere i sindaci e le associazioni di volontariato a farsi carico di una iniziativa di questo tipo, ma non è possibile che chi ne ha la responsabilità non avvii un progetto”.
Nel frattempo l’arrivo di altri 58 profughi a Treviso, previsto per oggi, è stato rimandato. Ma si tratta solo di qualche giorno e poi l’emergenza si ripresenterà.