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02 maggio 2024

Vittorio Veneto

Il progettismo visionario del nostro ortesèl

Quanti sono i progetti sulla carta che nascono (e scompaiono) ogni giorno? E che intanto - sulla cartamoneta - ci sono costati centomila euro (senza concretizzarsi mai)

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

vittorio veneto

VITTORIO VENETO - “Exegi monumentum aere perennius”: ho eretto un monumento più duraturo del bronzo...crescerò rinnovandomi nella gloria presso i posteri.” Così 2000 anni fa Orazio esaltava, a buona ragione, la sua immortale arte poetica. Se è lecito paragonare le piccole cose alle grandi, simile autostima anima l’assessore Chisilodasimbròda che così parlò: “Abbiamo già un parco di 34 progetti per un importo di oltre 40 milioni per il triennio 2024- 26 che lascerò in eredità alla prossima amministrazione, e parliamo solo di progetti superiori ai 150 mila euro”.

 

Ma neanche il tempo di farsi una nuova luna ed ecco partoriti per l’aviocampo San Giacomo altri dodici inediti progetti. Realizzare il disegno prediletto fra questi costerebbe una dozzina di milioni; quisquilie per un comune che manco riesce a sistemare le obsolete piscine pubbliche né perfino, e solo per restare nel comparto acquatico, a tener pulite le fontane! Ma con ‘sto vaso di Pandora in continua polluzione di progetti, quanti ne avremo affastellati entro le elezioni del ‘24? Molti di essi entrano ed escono come fiumi carsici dal Bilancio, o confidano su aleatori finanziamenti, o spariranno negli abissi dell’oblio dopo aver servito da specchietti per i tordi. E’ vero, sarà per le brezze che dal mare e dai monti ne ionizzano i migliori zervèi, che la città ha grande tradizione immaginativa, ma qui si esagera.

 

Gli Eletti, inebriati dal potere, sembrano patire una alterata percezione della realtà. Tale “progettismo visionario” è una faccia del populismo più trito; prassi politica sempre in voga che nonostante danni enormi causati al debito pubblico continua a crescere sulla ingenuità popolare. Si sfornano progetti a raffica quando mancano risultati concreti e precise rotte da seguire; servono a sviare l’attenzione degli elettori da problemi irrisolti e misconosciute priorità. Questo progettismo ha costo salato e toglie risorse per le cose fattibili. Basti dire che in quarant’anni il ponte di Messina è già costato 160 milioni per vederne solo il modellino. Nel nostro ortesèl -basti un esempio- le fantasie bipartisan su piazza Duomo, Biblioteca e via Rizzera si son già mangiate circa 100 mila euroni e te pòl scométer che l’inizio di tali lavori mai si vedrà. Della notizia questo è peraltro l’aspetto migliore visti certi scioccanti elaborati delle Archistar che comunque, a casa, il tangibile cachet lo portano.


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Michele Bastanzetti

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