Santa Lucia, il sindaco rinuncia ai soldi per i profughi dati dallo Stato
Szumski scrive al Ministero dell'Interno: "Non abbiamo mandato popolare di aiutare estranei"
SANTA LUCIA DI PIAVE - Il comune di Santa Lucia di Piave rinuncia – anzi rispedisce al mittente – i 5mila euro dati dallo Stato per l’accoglienza ai profughi.
E’ lo stesso sindaco Riccardo Szumski a scrivere al Ministero dell’Interno: “L’amministrazione di Santa Lucia di Piave restituisce i 5mila euro qui pervenuti come “elemosina” per l’accoglienza di dieci presunti profughi presso la canonica parrocchiale di Sarano”.
Il motivo? Il comune non intende partecipare ad alcun programma di accoglienza, “stante la situazione dei tagli ai trasferimenti ai quali la nostra comunità è stata sottoposta negli anni, pur essendo virtuosa nei conti da sempre”. Situazioni di disparità – secondo Szumski – aggravate da obblighi che lo Stato impone agli enti locali: “come nel caso dei minori sottratti ai genitori, che, nel nostro caso, stanno impegnandoci finanziariamente in modo massiccio, ma senza adeguate risorse trasferite dallo Stato”.
Il comune aveva deciso di scontrarsi contro lo Stato nel marzo scorso, facendogli causa per vedersi restituire 144mila euro di Imu non restituiti nelle casse dell’amministrazione. “Non abbiamo mandato popolare di aiutare estranei né organizzazioni che di fatto agiscono a scapito dei nostri concittadini – prosegue il sindaco – Si invita ad inoltrare, eventualmente, i 5mila euro da noi restituiti all’organizzazione o ente (Caritas? Parrocchia?) che nel nostro territorio comunale ha ospitato i presunti profughi”.