Strage di lepri nel Piave, i cacciatori hanno sfruttato la piena dei giorni scorsi
| Gloria Girardini |
PONTE DI PIAVE - Domenica e lunedì alcuni cacciatori si sono avventurati nella zona golenale di Ponte di Piave per la caccia alla lepre, che si concluderà a fine mese. I leprotti solitamente si rifugiano, per scappare dai colpi di fucile, all’interno di un boschetto nelle rive del Piave. Ma durante il week-end fino a martedì, l’area boschiva era invasa dalle acque. “I cacciatori hanno sfruttato l’occasione per uccidere le povere bestie che avevano trovato rifugio nei campi vicini a causa dell’acqua”ha raccontato il cavalier Roberto Zanot, abitante della golena a Ponte.
Due sono stati gli episodi di uccisione di massa, uno nella giornata di domenica, quando vi era in vigore l’ordinanza di sgombero degli abitanti della golena e il secondo lunedì. “Ne hanno uccise a decine-ha proseguito Zanot-un episodio assurdo. Questi leprotti sopravvissuti all’alluvione dell’anno scorso dovevano ripopolare la zona. Parliamo di fauna autoctona della zona. Ci sono i posti adeguati per andare a cacciare, ma li ti tocca pagare. Questi delinquenti hanno sfruttato l’occasione. Mi chiedo come si fa ad uccidere delle povere bestie spaventate. Potevano andare a cacciare da un’altra parte, ma hanno voluto il gioco facile”.
Un episodio che è stato condannato anche da alcuni cacciatori della zona.“Questa non è caccia, c’è una legge che dice che se c’è la neve a terra la caccia è interrotta-ha concluso Zanot-non ce n’è una che dica che se c’è acqua non si può proseguire, ma si tratta di buon senso e di legge morale”.