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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

TRAFORO DI SANT'AUGUSTA. LE RAGIONI DEL NO

Che cosa chiede (davvero) il comitato “No traforo- sì alternative”. Che cosa prevede il progetto del bucone sotto il colle di Sant’Augusta. Che cosa ne guadagnerà o perderà la città

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

TRAFORO DI SANT'AUGUSTA. LE RAGIONI DEL NO

Vittorio Veneto - L’esplosivo che distrugge la collina sotto il canale dell’Enel in zona Borghel. L’esplosivo che squarcia il colle di Santa Augusta e fa tremare la vergine martire (e il suo sacello) fin sotto le fondamenta. L’esplosivo che cambia i connotati all’abbraccio verde di Vittorio Veneto.

E (poi) il traffico. Il traffico che irrompe nel centro città; sfiora di brutto Vittorio 2, lambisce il campus scolastico, sottopassa via Carso (e la tranquilla Pieve di Bigonzo) e (t)romba verso Vinera per incunearsi (attraverso gallerie superficiali e ipogee) dentro la montagna.

Se questo fosse il soggetto di un film, il film in questione sarebbe un horror. Ma non siamo dentro una fiction. Siamo a Vittorio Veneto (provincia di Treviso), ridente comune dell’alta Marca famoso per le sue colline, e quello che ho sommariamente descritto (avrei voluto rincarare il ritratto con onomatopee da fumetto “Bang! Booom! Crash!”) non è il plot di una brutta pellicola. E’ il progetto di una pessima soluzione viaria.

Prima di tentare di spiegare che cosa significherà per Vittorio Veneto la realizzazione del Traforo di Sant’Augusta e della cosiddetta “tangenziale est” liberiamo il campo da un dubbio. Questo pezzo non è “obiettivo”. In questo caso la cronista non ha preso le distanze dalla materia di cui scrive. In questo caso, la cronista ha una certezza (soggettiva, certo): il Traforo rovinerà la città. E chi si batte contro il progetto ha ragioni…da spiegare.

Silvia Della Coletta (responsabile Comitato No traforo, sì alternative): crede che il progetto del traforo (che ha almeno 70 anni di chiacchiere alle spalle) stavolta si realizzerà?

Credo di sì, ma l'importante è che si faccia un'opera lungimirante, rispondente alle necessità di spostamento dell'utenza. Qui invece siamo di fronte a un progetto a elevato impatto ambientale e che porta il traffico in centro dietro al municipio.

La domanda posta a Silvia Della Coletta è legittima perché, secondo il sindaco di Vittorio Veneto Gianantonio Da Re, il progetto è ormai in fase avanzata tanto da essere stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. In realtà, secondo Alessandro Mogol, del Comitato No traforo, oggi di ufficiale esiste solo una “Preselezione al bando di Gara d’appalto del progetto” apparsa sul sito dell’Anas, che scade il 5 ottobre, e che si rivela come una sorta di pre-contratto tra ente pubblico e privati per l’eventuale realizzazione di un’opera, che comunque può essere stralciata anche domani.

Secondo Mognol, il Comitato ha chiesto a Roma la documentazione attestante che il progetto del Traforo sia realmente ai blocchi di partenza, ma pare che di ufficiale non vi sia nulla. Nemmeno (attenzione!) la delibera di finanziamento di un’opera che costa (visualizzate la cifrona) 52 milioni (Iva esclusa), 63 milioni di euro (Iva inclusa).

“Se la stessa cifra fosse stanziata per liberalizzare l’A27 nel tratto Vittorio Veneto sud- Vittorio Veneto nord – spiega l’ingegnere Alessandro Mognol – avremmo la garanzia di poter usare l’autostrada per 800 anni.”

Ma – abbiamo chiesto a Mognol – la liberalizzazione dell’A27 è l’unica alternativa al traforo?

“No. Noi proponiamo anche un’unica galleria di 3 chilometri che dal Poligono di Costa arrivi a Vittorio nord passando più a est del colle di Sant’Augusta.”

Un’alternativa da prendere in considerazione (dopo quella, più ovvia, più naturale, più razionale della liberalizzazione dell’A27) visto che l’attuale progetto di circonvallazione + traforo di sant’Augusta prevede una soluzione viaria che convoglierebbe il traffico in centro città. Come si evince dalla cartina che proponiamo, il progetto contemplerebbe un’arteria viaria che da Vittorio 2 (dall’attuale concessionaria di via Virgilio), passando sopra il Meschio e snodandosi di fianco all’attuale liceo scientico e al campus scolastico attraverserebbe via Carso (con un sottopassaggio) per poi proseguire verso Rindola e forare il colle di Sant’Agusta.

“Il transito di mezzi pesanti proveniente dall’A27 e diretto a nord (ma anche in direzione opposta) – spiega Mognol – verrebbe dunque convogliato nel cuore della città, con una soluzione che contraddice il ruolo delle stesse tangenziali, che – in genere – vengono costruite per togliere il traffico alle città non per catalizzarlo nel centro.


Sul tracciato del progetto appaiono inoltre “sospetti” uno svincolo (attualmente inutile) all’altezza degli Italcementi e la rotatoria di Rindola, progettata al posto di una comune curva.

Il Comitato che si batte per il No al traforo ha già raccolto migliaia di firme contro il progetto e ora chiede un tavolo di confronto con Anas e enti pubblici. Perché convinto che il progetto (non ancora finanziato?) potrebbe essere rivisto completamente. E, a quanto pare, il presidente della provincia Muraro ha già dato il suo appoggio per un’eventuale riflessione sul tema.

Che sarà caldissimo. Nonostante l’autunno, l’inverno e le stagioni a venire.

 

Nelle immagini: gli ipotetici tracciati a sant'Andrea e la futura rotonda a la Sega

 

Per approfondimenti:

Visita il sito internet del "no al traforo"

 


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