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24 aprile 2024

Nord-Est

A tu per tu con Alessandra Moretti

La candidata alla presidenza del Veneto, Alessandra Moretti, riponde a OggiTreviso

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

A tu per tu con Alessandra Moretti

VENEZIA - E’ una delle due donne candidate alla presidenza del Veneto. Giovane (farà 42 anni a giugno), ha già bruciato un sacco di tappe (e senza spettinarsi mai): si è laureata in Giurisprudenza a Urbino e è diventata avvocato matrimonialista, si è sposata e si è separata, è diventata mamma di due bimbi (Guido e Margherita), ha vissuto le variegate vicende del Pd (sostenitrice di Bersani, si è poi avvicinata a Cuperlo e quindi a Renzi), è stata deputata e eurodeputata (risultando la più eletta in Veneto).

Molto molto carina (anche grazie agli appuntamenti mai disdetti con parrucchiere e estetista), Alessandra Moretti (Ale, come preferisce essere chiamata) si è battuta in parlamento per il divorzio breve e i patti di convivenza e il congedo di maternità e paternità. Contemporaneamente ha allietato le cronache rosa con ameni pettegolezzi sul suo rapporto (forse interrotto) col presentatore tivù Massimo Giletti. Otto domande per otto risposte

 

1.Se dovesse descriversi in poche parole, o ricorrendo a una similitudine, che cosa direbbe di sé?

Sono veneta, sono una donna, sono una mamma. Passione e concretezza: due parole che descrivono al meglio il mio modo di vivere e di fare politica.

2. Il suo difetto conclamato, e la qualità di cui va fiera.

La determinazione, pregio e difetto insieme: quando credo in un progetto, dedico tutta me stessa, senza paura. Talvolta ciò mi porta a correre dei rischi o a sacrificare la mia vita personale, perché non mi so arrendere a chi dice “è impossibile”.

3. La motivazione principale che l’ha spinta ad accettare la candidatura?

Alle elezioni europee del 2014 ho raccolto nella circoscrizione Nord-Est più di 230mila preferenze. Un successo che mi ha fatto capire che anche in Veneto era finalmente possibile proporre un’alternativa agli ormai 20 anni di governo del centrodestra. Un appello troppo forte da parte della mia Regione che non potevo ignorare.

4. Che voto darebbe all’amministrazione Zaia?

Non classificabile, come a scuola. Durante il mio tour in tutti i comuni del Veneto, non ho trovato nessuno che abbia saputo dirmi cosa abbia fatto l’amministrazione Zaia durante il mandato. Quando ho posto ai veneti questa domanda, mi hanno risposto delusi con il silenzio: la stessa risposta che do io.

5. Se perdesse, quale tra gli altri candidati vorrebbe a capo della Regione?

Se il 16 gennaio mi sono dimessa da europarlamentare è perché non ho mai pensato a soluzioni alternative alla mia vittoria e quella del centrosinistra.

6. Le prime tre cose da fare per il Veneto.

Tre sono le richieste più urgenti mi hanno rivolto i veneti che ho incontrato. Il lavoro, perché con 300mila disoccupati il Veneto sta perdendo il futuro di una generazione. La sanità, perché da modello di eccellenza il nostro sistema sanitario sta retrocedendo in tutte le classifiche nazionali. Sostegno alle imprese, con incentivi immediati e semplificazione, perché gli imprenditori devono tornare ad essere competitivi e non burocrati.

7. Vitalizi sì o no?

I vitalizi verranno ricalcolati. Dall'attuale sistema retributivo si passerà al metodo contributivo. Come per la pensione di tutti i cittadini. La Regione risparmierà 8 milioni e 400mila euro all’anno su un totale di 11 milioni e 200mila euro spesi oggi per gli stessi vitalizi. Ridurremo dell'80% l’indennità di funzione del presidente della Giunta regionale e del 10% l'indennità di carica. Il che comporterà ogni anno minori uscite per 5 milioni e 800mila euro.

8. Una parola, un motto, un appello da rivelare in un orecchio agli elettori.

Il Veneto ha una grande storia alle spalle. Può tornare ad avere un grande futuro. Serve solo il coraggio di cambiare.

 



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Emanuela Da Ros

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