Tutti i dubbi sulla cessione di Villa Papadopoli al Cesana Malanotti
La lettera di Sinistra Italiana ai consiglieri comunali
VITTORIO VENETO - Sinistra Italiana vuole chiarezza sulla cessione di Villa Papadopoli al Cesana Malanotti. Ha così scritto una lettera aperta ai consiglieri comunali (che riportiamo di seguito), riguardante la delibera all’ordine del giorno nel consiglio comunale di mercoledì.
“La delibera è un esempio di come le parole possano essere usate non per comunicare, ma per nascondere. A partire dal titolo, che esplicita solo una parte del deliberato. I consiglieri infatti, oltre a approvare i 200 posti (come scritto), sono chiamati a impegnarsi ad assumere “le determinazioni urbanistiche e patrimoniali che si renderanno necessarie” per “destinare allo scopo” “l’immobile di proprietà comunale”, cioè a cedere al Cesana la villa Papadopoli e a fare il relativo PUA.
Questo avviene in assenza di informazioni importanti, in quanto:
1) non si specifica con la dovuta chiarezza che i “200 posti per non autosufficienti e disabili” sono tutti “a libero mercato”, cioè a spese tutte a carico degli ospiti, con un costo minimo mensile di circa 3.200 euro (vedi studio Ernst&Young, pag. 14).
Nella delibera di parla di 68 richieste di questo tipo pervenute al Cesana dal 1/1/2016 al 31/12/2017 (?) e 80 nei primi 6 mesi del 2017. A parte il pasticcio di date, c’è da chiedersi se tali richieste siano frutto di libera scelta o imposte dal taglio delle impegnative da parte della Regione, che va a nostro avviso contestato con forza sul piano politico e sindacale. Inoltre resta un dubbio: chi può godere di tali pensioni (escludiamo impiegati, operai, insegnanti, infermieri, commessi, piccoli artigiani e commercianti….), non preferirebbe rimanere a casa propria con assistenti domiciliari?
2) non si specifica quale è il prezzo di acquisto da parte del Cesana e se c’è un prezzo di acquisto, oppure se la cessione avverrà gratis o quasi 3) non si sa se la proprietà del Parco resterà pubblica o se se si garantisce solo, come da delibera, la “fruibilità pubblica” (a ore? a giorni? in occasioni speciali?)
3) non si sa se l’area Rossi resterà al Comune (in questo caso il Comune farà i parcheggi per il Cesana?) Inoltre, considerato che Villa Papadopoli fa parte del patrimonio storico della città e che la Casa di Riposo è un irrinunciabile bene sociale, e visto che il Consiglio Comunale ha il dovere di tutelarle entrambe e in particolare di mantenere e migliorare qualità e accessibilità (anche economica,vedi contenimento delle rette) del Cesana, a nostro avviso va richiesto al CDA in via preventiva un progetto imprenditoriale che garantisca gli equilibri di bilancio (anche in vista di possibili prestiti da parte di banche), scongiurando ogni rischio di possibili problemi futuri.
In particolare, vanno verificate:
- la compatibilità economica delle enormi spese cui dovrà ricorrere il Cesana per ristrutturare villa Papadopoli (10 milioni secondo la stampa), tenuto conto che secondo Ernst&Young (pag.28), il Cesana nel 2015 aveva circa 3,2 milioni di disponibilità liquide, 1,7 milioni di crediti e rimanenze, 3, 3 milioni di debiti complessivi, 13,4 milioni di immobilizzazioni finanziarie.
- la garanzia che il Cesana e Villa Papadopoli non vengano privatizzate in seguito. Infatti c’è chi parla di possibili collaborazioni con privati (project financing?). Ricordiamo inoltre che la privatizzazione delle IPAB è contenuta nella proposta di Legge Regionale Zaia ed è già una realtà in Lombardia. In ogni caso, tutti sappiamo che il Cesana è autonomo (risponde solo alla Regione e al suo bilancio) e che, una volta acquisita, della Villa potrà fare quello che vuole. Tanto più che nella delibera in questione non vi è nessuna clausola che preveda esplicitamente l’utilizzo obbligato e perpetuo per anziani non autosufficienti della Villa che con questa delibera si decide di cedere".