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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Ubi maior, vaccino cessat

Il parroco blocca l’ingresso del bimbo no vax alla materna. Il vescovo riapre le porte

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Ubi maior, vaccino cessat

VITTORIO VENETO - Siamo tutti uguali di fronte alla legge. Sul piano teorico/applicativo. Ma siamo tutti uguali anche di fronte ai vaccini? Questione da risolvere. Visto quanto è accaduto il primo giorno di scuola alla materna di Santa Giustina.

 

Il fatto. Si aprono le porte dell’asilo per il primo giorno di scuola. Che quest’anno richiede l’obbligatorietà della vaccinazione. Don Federico de Bianchi (in foto), parroco di Santa Giustina, verifica la documentazione. Si trova di fronte a un bambino, accompagnato da un genitore “che - spiega don Federico - si è sempre detto contrario alla vaccinazione, e ha ribadito che non l’avrebbe mai fatta al figlio”.

 

Il genitore, per la cronaca, ha in mano un foglio che dimostra la richiesta di un ‘generico colloquio vaccinale’. Don Federico - applicando la normativa - non lo ritiene sufficiente. Invita il genitore ad allontanarsi. Col bambino. “A questo punto - spiega il parroco - il genitore perde le staffe, urla, se ne va sbattendo la porta col piccolo per mano. Qualche ora dopo, in banca, di fronte a parecchie persone, mi dirà che ‘devo vergognarmi’.

 

Non è tutto. Il genitore del piccolo escluso dalla materna va...in alto. Chiede un colloquio col vescovo Pizziolo. Spiega la situazione. Che si evolve a suo favore. Il vescovo, infatti si interessa della faccenda e tramite un suo delegato fa in modo che don Federico torni sui suoi passi: accolga il bambino. Che ora frequenta la scuola.

 

Reazioni. “Che figura da pirla mi fate fare?”. Questo il messaggio che, dopo la ‘conclusione’ dell’episodio pubblica su Facebook don Federico. Che spiega: “Non è mia intenzione fare polemica, né tanto meno politica. Ma che figure da pirla mi fate fare? Prima mi dite: non vengano accolti bambini che non siano vaccinati, poi basta che abbiano una prenotazione vaccinale, poi è sufficiente che per marzo facciano il vaccino. Ragazzi non ci vergogniamo? Non ci sentiamo un pò ingiusti nei confronti di tutti quei genitori che si sono presentati con libretto di vaccinazioni alla mano?

 

Quale incisività ha la legge in Italia? Se Pierino deve lavarsi i denti lo deve fare ora e non a Natale! E io ci ho rimesso la faccia, ho preso "vergognati!" per non aver accolto dei bambini. E tutti quei genitori che hanno procurato le vaccinazioni e si sentono trattati come quelli che forse li faranno a marzo? Ma fate a meno di romper l'anima! O è una legge o è una bufala! Vergognatevi!” Quello che don Federico de Bianchi vorrebbe fosse chiaro è che lui non è né pro vax, né anti vax.

 

“Non mi importa niente di questa storia - sbotta -. Ma la figura da pirla la faccio io che applico la normativa. Questa legge sui vaccini mi pare una furbata all’italiana. Chi ci rimette sono i genitori che si fanno in quattro per essere in regola, e soprattutto i bambini, che assistono a scene indegne. Ora aspettiamo fino a marzo che chi si deve vaccinare regolarizzi la sua posizione. E poi vediamo che succede…Io intanto faccio la figura dell’orco cattivo, solo perché offro un servizio in linea con la legge.”

 

Il bambino non (ancora) vaccinato per il momento frequenta l’asilo. Con altri cinquanta compagni. Perché a Santa Giustina la scuola materna ha aperto col...pienone. Non solo con le polemiche.

 


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Emanuela Da Ros

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