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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

“Che fine hanno fatto i tamponi per il Coronavirus?”

Se lo chiede il Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Tampone

VITTORIO VENETO - Il Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana ricorda i numerosi proclami delle istituzioni sull’ipotesi di fare i tamponi a buona parte della popolazione, per capire chi sia affetto da Coronavirus, e visto che ad oggi i test in tal senso tardano ad arrivare pone degli interrogativi. “Con grande risonanza mediatica anche a livello nazionale, il 16 marzo la Regione Veneto annunciava di aver approvato un piano che nel giro di una settimana avrebbe previsto l'esecuzione di tamponi "a tappeto" per la ricerca dei soggetti affetti dal nuovo Coronavirus”: esordisce il Comitato che quindi prosegue.

“Il 23 marzo l'Ulss 2 confermava l'inizio della "campagna di screening" con un comunicato ufficiale. Il piano prevedeva l'esecuzione del tampone a tutti gli operatori sanitari ospedalieri e territoriali e "d'intesa con i medici di medicina generale anche alle persone per le quali sia necessario porre diagnosi di COVID e condurre il programma assistenziale e terapeutico extraospedaliero". Ad oggi, a quasi due settimane di distanza, ci risulta che: per quanto siano stati testati molti operatori sanitari, mancano ancora i lavoratori di alcuni reparti particolarmente a rischio (es. Pronto Soccorso)”.

Un resoconto puntuale quello del Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana che continua con altri dati e considerazioni: “Un vero e proprio programma di esecuzione di tamponi sul territorio non è mai partito, neppure per casi sintomatici o contatti stretti di casi confermati; le richieste di tampone da parte dei Medici di Medicina Generale sono state bloccate massivamente con la motivazione della carenza dei reagenti: in questo modo chi ha sintomi di coronavirus non può avere la conferma della diagnosi operata dal medico di base e non può quindi assumere a casa una terapia adeguata, oltre a essere costretto alla quarantena, magari senza necessità; alcuni datori di lavoro giustamente richiedono un certificato di guarigione per il rientro a lavoro dei soggetti sospetti e l'Ufficio Igiene deve organizzare il tampone per questi casi”.

Quindi la doverosa precisazione che in Pronto Soccorso viene correttamente effettuato il test diagnostico a tutti i soggetti con sintomi sospetti ed eventualmente prescritta la terapia, dato che il trattamento antivirale precoce sembrerebbe in grado di prevenire le complicanze della malattia. Quindi dal Comitato aggiungono che: “Da queste considerazioni ne segue che il paziente in fase iniziale di malattia (che potrebbe però potenzialmente evolvere con complicanze anche mortali) non può ricevere a casa diagnosi e terapia tempestiva dal proprio medico di famiglia. Può riceverle solo recandosi al Pronto Soccorso, a cui però non può accedere in ambulanza (che interviene solo quanto ci sono sintomi gravi), ma solo autonomamente. Il tutto va in netto contrasto con l'indicazione fondamentale di non recarsi spontaneamente in Pronto Soccorso, dove, ad aggravare la situazione, il personale non è ancora stato testato per il virus”. Quindi le conclusioni.

“È inoltre paradossale che lo stesso tampone che non può essere eseguito sul territorio per motivi clinici (diagnosi e terapia precoce) viene invece organizzato per motivi certificativi (rientro al lavoro), quando il paziente fortunatamente è già guarito. In questa sconcertante situazione rileviamo delle importanti lacune organizzative, in contrasto con quanto viene affermato a livello mediatico dalla Regione Veneto. Chiediamo quindi che venga fatto tutto il possibile per diagnosticare, isolare e trattare precocemente sul territorio i malati del nuovo Coronavirus, anche per non sovraccaricare ulteriormente le strutture ospedaliere. Consapevoli del gravissimo momento che stiamo tutti vivendo, abbiamo accolto con spirito di solidarietà la trasformazione temporanea dell'ospedale di Vittorio Veneto in centro Covid-19 e ci aspettiamo che alla conclusione dell'emergenza il nostro Ospedale venga subito ripristinato con le sue funzioni di struttura per acuti, potenziata con il mantenimento dei posti letto di Terapia Intensiva attivati in questa occasione”.

 



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