27/01/2025coperto

28/01/2025possibili temporali

29/01/2025parz nuvoloso

27 gennaio 2025

Treviso

300 EURO PER UN FALSO PERMESSO DI SOGGIORNO

I Carabinieri di Treviso hanno scoperto un'organizzazione che agiva a livello nazionale. Un giro d'affari da 800mila euro

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Treviso - Prosegue l’indagine a suo tempo denominata “Picasso” che da aprile a novembre del 2006 era stata avviata dal personale del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Treviso per interrompere la produzione di falsa documentazione atta a regolarizzare la posizione (avere il rinnovo o il primo rilascio di permesso di soggiorno) sul territorio nazionale di numerosi cittadini extracomunitari.

Gli uomini dell’arma hanno sgominato un’organizzazione che, pretendendo il pagamento di somme dai 300 ai 1500 euro, ha fatto ottenere illecitamente permessi di soggiorno a 600 extracomunitari. Previo pagamento in danaro, consentivano a cittadini extracomunitari di ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno fornendo loro contratti di lavoro fittizi, sottoscritti dai legali rappresentati delle precitate cooperative.

Nel corso di perquisizioni mirate sono stati rinvenuti documenti che convalidavano l’ipotesi di reato, fra cui un libro mastro dei pagamenti, rinvenuto presso l’ufficio del commercialista, nonché documentazione rinvenuta nei computer dello stesso ufficio e presso quello del tecnico informatico che di fatto produceva la documentazione.

Il presunto volume di affari accertato potrebbe aggirarsi intorno agli 800 mila euro, mentre il numero di cittadini extracomunitari coinvolti risulta indicativamente di 600. Nella seconda fase dell’indagine, tutt’ora in corso, è stata verificata la posizione di ogni cittadino extracomunitario che aveva presentato alla Questura documentazione attestante attività lavorativa presso le ditte o cooperative oggetto dell’ indagine.

Da questo meticoloso accertamento sono già emerse 91 posizioni di altrettanti soggetti, irregolari sul territorio nazionale, (quasi tutti nordafricani) che sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per violazione dell’art.5 comma 8 bis del D.L.vo 286/98, in pratica perché si faceva contraffare ad altri un contratto di lavoro apparentemente sottoscritto dalla cooperativa e lo si presentava alla Questura di Treviso per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno). Sono tutt’ora al vaglio della magistratura la posizione di ulteriori 6 ditte in ambito provinciale.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

Nord-Est
dall'Italia
dal Mondo
vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×