"33 milioni di fatturato e 300 dipendenti, l'ospedale è in salute"
Lo ha segnalato l'ad del nosocomio mottense Oras, Francesco Rizzardo, intervenuto in Consiglio comunale a Motta
MOTTA DI LIVENZA - «Stiamo parlando probabilmente di una delle più grandi aziende del territorio, se non la più grande, con circa 33 milioni di fatturato e 300 dipendenti».
Lo ha segnalato qualche sera fa durante il Consiglio comunale di Motta Francesco Rizzardo, amministratore delegato dell’Ospedale riabilitativo di alta specializzazione Oras di Motta.
Rizzardo era intervenuto in Consiglio insieme al direttore sanitario Guido Santin e al rappresentante del comune Graziano Panighel, ex sindaco. Una illustrazione che arrivava dopo una protesta sindacale qualche giorno fa alle porte dell’ospedale.
L’a.d. ha ricordato come il nosocomio venne riconvertito a ospedale riabilitativo dal 2004, quando fu oggetto di sperimentazione pubblico-privata. Un percorso che proseguì fino al 2016 quando divenne a maggioranza pubblica ma inquadrato come s.p.a. «In Regione - ha detto - siamo un unicum. Possiamo garantire una buona efficienza anche se alcuni iter burocratici possono essere più lunghi rispetto al passato».
Poi sono stati snocciolati diversi dati. «Al momento fatturiamo 33 milioni di euro all’anno, produciamo utili anche se non tantissimi. Comunque siamo “un’azienda” in salute, di certo non in perdita. All’ospedale lavorano 300 dipendenti più 150 collaboratori. Il 70% dei dipendenti sono donne, di età mediamente giovane. Per questo particolare aspetto ricordiamo che ogni anno abbiamo circa 20-25 maternità».
Capitolo Covid. «Siamo un’azienda in salute fino almeno al 2019, ossia all’avvento del Covid. Possiamo contare su 132 posti letto e 20 in day hospital. Con il lockdown e dunque la conseguente chiusura di tanti servizi, in quei due mesi abbiamo accusato un calo del 50% dei posti letto. Ora, da circa un mese stiamo arrivando ai livelli pre-covid con l’occupazione dei posti per circa il 96%. Anche a livello ambulatoriale abbiamo avuto un deciso calo durante il lockdown. Oltre agli ambulatori di Motta di Livenza, gestiamo sei ambulatori in Borgo Cavalli a Treviso. In situazione di normalità, tra Motta e Treviso, eroghiamo 230.000 prestazioni annue, non sono poche».
Durante il lockdown 12 colleghi a turno sono stati in cassa integrazione. «Questo è stato uno dei pochi ospedali “Covid Free”, siamo stati tra i primi a decidere di chiudere l’ospedale, adottando misure di selezioni degli ingressi».
Durante la serata il consigliere di opposizione Paolo Tolotto ha ricordato le varie battaglie per la difesa dell’ospedale condotte dall’ex vicesindaco e assessore Mario Po’: «Fu lui ad avere la visione della gestione pubblico-privata».
Mentre la consigliera Giulia Tonel ha spiegato: «Abbiamo da 15 anni sempre lo stesso rappresentante nel Consiglio dell’ospedale. Chiediamo diventi una carica elettiva».