5G, è arrivato il Piano Antenne: dovranno essere installate lontano dai siti sensibili
Undici i comuni firmatari: Pederobba, Cornuda, Cavaso del Tomba, Possagno, Monfumo, Castelcucco, Segusino, Maser, Giavera del Montello e Cappella Maggiore e Alano di Piave.
CAPPELLA MAGGIORE - Sono i primi in Veneto e tra i primi a livello nazionale ad aver creato un regolamento che disciplina la posa di stazioni radio sul proprio territorio, individuando i siti sensibili non idonei all’installazione e quelli invece idonei: si tratta di 10 Comuni trevigiani (Pederobba, Cornuda, Cavaso del Tomba, Possagno, Monfumo, Castelcucco, Segusino, Maser, Giavera del Montello e Cappella Maggiore) e di un Comune della provincia di Belluno: Alano di Piave.
Il percorso intrapreso dagli 11 Comuni, supportato dall’Associazione Comuni della Marca Trevigiana e, sul fronte operativo, da Leganet, il braccio operativo di Ali (Autonomia Locali Italiane), è stato all’insegna della partecipazione di tutti gli stake holder: sono stati coinvolti le minoranze, i cittadini, i gestori, i tecnici comunali. «Il nostro obiettivo non era quello di fare la guerra ai gestori di telefonia: tutti utilizziamo i telefonini e internet – spiega Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana -. Le antenne di nuova generazione sono un’infrastrutturazione necessaria a cui è legato lo sviluppo futuro dei nostri territori. Per noi era fondamentale riuscire a dare certezza a tutti gli attori in gioco: i cittadini, sensibili al tema della salute, i gestori a cui lo Stato ha affidato il compito di creare questa rete di infrastrutture essenziali e che devono garantire una copertura ottimale, gli amministratori locali, interessati sia a proteggere i cittadini che il proprio territorio sotto il profilo paesaggistico».
I Piani Antenne degli 11 Comuni, ora in fase di adozione da parte dei singoli Consigli comunali, puntano ad orientare le nuove installazioni prima di tutto, qualora sia possibile, sui pali già esistenti (qualora le emissioni non superino i parametri di legge), e, in seconda battuta, su aree di proprietà comunale per far sì che i canoni finiscano nelle casse comunali e possano essere reinvestiti a favore della collettività. L’iter per la redazione e condivisione del regolamento ha portato alla mappatura di 40 mila cespiti tra fabbricati e immobili, all’individuazione di tutte le aree sensibili nei diversi Comuni e al censimento di tutte le aree idonee. In quel territorio di 205 kmq ci sono attualmente 186 antenne già installate e 86 siti idonei identificati, di cui circa la metà nuovi, che potranno ospitare in media da 2 a 3 nuove antenne per Comune. Il regolamento uguale per tutti gli 11 Comuni prevede inoltre una novità importante: la misurazione delle emissioni elettromagnetiche dei nuovi impianti a scopo di verifica e controllo. OT