Alla scoperta dei mestieri “neri” della Serenissima
Davide Busato racconta le più avvincenti storie dei boia veneziani
VENEZIA - Vero esempio di longevità e stabilità politica, la Serenissima Repubblica di Venezia è stata per secoli non solo la regina incontrastata dei mari – merito delle abilità dei suoi marinai e mercanti – ma anche una terra multietnica in cui il commercio e le arti trovarono una fioritura senza eguali.
La sua ferma e intransigente giustizia le ha assicurato per oltre un millennio un clima di rispetto e pace, aspetti fondamentali per la sua sopravvivenza. Come era possibile, però, garantire un tale livello di autorevolezza? Il Doge, il Consiglio dei Dieci e tutti gli altri organi di governo erano affiancati da figure tanto misteriose quanto senza scrupoli, spesso mal viste o comunque fortemente giudicate dal popolo.
Boia, sicari e sbirri sono i protagonisti del primo di quattro volumi editi dalla casa editrice De Bastiani in uscita da sabato 4 marzo con Il Gazzettino, nel quale Davide Busato, storico e archeologo veneziano, racconta qualcosa di totalmente inedito: è la prima volta, infatti, che dagli archivi veneziani salta fuori l’incarico ufficiale di boia della Serenissima e il ritrovamento dei documenti è merito di Busato stesso. Quello che troviamo poi tra le pagine di Boia, sicari e sbirri. I mestieri “neri” della Serenissima è un viaggio tra i casi di cronaca che ruotano attorno alle figure dello “zaffo”, del boia e del cacciatore di taglie, personaggi che popolavano, pur restando sempre nell’ombra, la Venezia del XVII e XVIII secolo.
Il libro sarà disponibile a 7,90 euro più il prezzo del giornale e aprirà la strada a una collana di quattro opere totali (in uscita ogni sabato di marzo) che vi faranno scoprire le più affascinanti e macabre storie che hanno sconvolto la Serenissima nel corso secoli.