ANNEGA LE GALLINE ALLA SUOCERA E FERISCE LA FIGLIA COL COLTELLO
Vari gli interventi dei carabinieri per calmare la donna in preda ai fumi dell’alcol: dovrà stare a 500 metri da ex marito e figlia
| Matteo Ceron |
VEDELAGO – Una storia fatta di persecuzioni e soprusi. A subire questa volta non è la moglie, ma il marito: dopo anni di matrimonio in cui sopporta le ire della moglie dovute all’abuso di alcol decide di divorziare.
Dopo un certo periodo, però, c’è un riavvicinamento, ma le cose non cambiano. Lei continua a bere, nonostante l’impegno dell’ex marito, 48 anni, per recuperare il rapporto, e i litigi riprendono. L’uomo qualche mese fa arriva a chiamare i carabinieri dopo che lei, presa dall’ira, nella notte annega le galline della suocera, che abita in una porzione adiacente della trifamiliare dove vivono pure loro.
Ma non finisce lì. A metà marzo la moglie arriva a minacciare l’ex marito e la figlia, 21 anni, con un coltello da cucina, tanto che durante il litigio la figlia viene anche ferita ad una mano. Intervengono nuovamente i carabinieri, che disarmano la donna e riescono a convincerla a farsi curare.
I famigliari a questo punto le vietano di tornare a casa e la invitano a proseguire un programma terapeutico con l’inserimento in una comunità per alcolisti.
Il 30 marzo scorso, però, la donna viene dimessa dall’ospedale e ritorna a casa seppur contro la volontà dell’ex marito e della figlia. E sono di nuovo dolori. Si barrica in casa, devono ritornare i carabinieri, che con fatica la disarmano, ma non riescono ad evitare che si ferisca ad una mano. Viene ancora ricoverata in ospedale per un nuovo trattamento sanitario.
A questo punto i famigliari decidono di sporgere denuncia. Del caso si occupa l’autorità giudiziaria che arriva ad emettere un provvedimento per atti persecutori di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex marito e dalla figlia: dovrà stare ad almeno 500 metri da loro.
Ora la donna si trova ricoverata nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Montebelluna. Se trasgredirà l’ordine della magistratura per lei si apriranno le porte del carcere.
Matteo Ceron