"Anziani trattati come bancomat per pagare la flat tax e per aiutare gli evasori"
Lo dice il sindacato pensionati Cgil: "Taglio della rivalutazione, beffato un pensionato veneto su cinque. Con il nuovo sistema perdite superiori ai 400 euro nell’arco dell’anno"
VENETO - "Sono più di 260 mila i pensionati veneti che nel 2023 subiranno il taglio della rivalutazione degli assegni previdenziali a causa del nuovo meccanismo di adeguamento introdotto dal governo Meloni per fare cassa. In pratica, nella nostra regione, un pensionato su cinque perderà nell’arco dell’anno un importo superiore ai 400 rispetto al meccanismo di adeguamento all’inflazione riconquistato lo scorso anno con il governo Draghi grazie proprio alle mobilitazioni dei sindacati - si legge in una nota diffusa dal sindacato pensionati SPI CGIL del Veneto -. Nell’esercito di beneficiari trasformati in bancomat per pagare la flat tax agli autonomi e per favorire gli evasori, più della metà, circa 156 mila anziani veneti, può contare su pensioni medie comprese fra 4 e 5 volte il trattamento minimo".
"Di fatto, si tratta spesso di ex insegnanti, ex infermieri professionali, ex operai specializzati con 41/43 anni e più di contributi interamente versati che portano a casa assegni netti mensili di 1700 -1.800 euro e che non sono dunque ricchi “nababbi” da spremere fino all’osso per recuperare risorse, come hanno fatto negli anni passati anche altri governi. Dunque, di fronte a una manovra di bilancio iniqua, definita senza un confronto con le parti sociali, e improntata a togliere soldi ai pensionati e ai soggetti fragili percettori del reddito di cittadinanza, anche il sindacato dei pensionati del Veneto scenderà venerdì prossimo in piazza a Roma per partecipare alla manifestazione organizzata dallo Spi nazionale in piazza Santi Apostoli. Ma già oggi14 dicembre il sindacato dei pensionati aderirà allo sciopero generale indetto dalla Cgil per protestare contro la manovra".
Il sindacato quindi conclude: "Il governo si accanisce contro uomini e donne che hanno lavorato duramente per una vita versando tutti i contributi e smonta una conquista del sindacato senza alcun confronto. Stiamo parlando di pensionati che nel 2022 sono stati travolti, come tutti gli altri, da una inflazione arrivata ormai a due cifre e per la quale sembra inadeguata anche la rivalutazione piena al 7,3%. La mobilitazione di venerdì prossimo sarà anche l’occasione per denunciare le altre misure inique previste nella legge di bilancio: i tagli alla sanità, l’abolizione del reddito di cittadinanza, le misure a favore dei furbetti delle cartelle esattoriali e degli evasori. Naturalmente al primo punto della protesta ci sarà il taglio delle rivalutazioni ma anche la legge delega sulla non autosufficienza, anche quella una conquista dei sindacati dei pensionati durante il precedente governo, alla quale, però, l’esecutivo Meloni non ha finora dato alcun seguito".