Pensionati e Direttori generali Ulss: la Corte dei Conti ha avviato un’indagine
EDITORIALE - Indagine conoscitiva in Basilicata da parte della Corte dei Conti sul DG dell’Ulss di Potenza pensionato e stipendiato. In Veneto i casi analoghi sono più di uno
EDITORIALE – I fatti: la Corte dei Conti ha avviato un’indagine conoscitiva a seguito di una denuncia da parte dei sindacati sulla posizione di Giampaolo Stopazzolo (di origine vicentina) direttore generale dell’Usl di Potenza. Il funzionario, infatti, percepisce la pensione ma anche uno stipendio, perciò, l’organismo di controllo ha voluto accertare se la circostanza ingeneri o meno un indebito trattamento.
Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto il sindacato all’esposto: “La UIL FPL, nelle scorse settimane, aveva espresso la sua ferma contrarietà all’aumento delle retribuzioni dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie. Oggi scopre che il Neodirettore Generale dell’ASP di Potenza sarebbe andato in pensione lo scorso primo marzo. La scrivente si augura che ciò porterebbe un beneficio nelle casse della Regione in quanto il nuovo Direttore guiderebbe l’Azienda Sanitaria a titolo gratuito per un anno, poiché un’eventuale remunerazione sarebbe in contrasto con l’art.5, comma 9, del D.L. 95 del 2012.
Il dubbio, però che non sia così, sorge in quanto la Regione Basilicata, nell’affidare tale incarico, in data 7 gennaio 2022 (Rep. 865 del 18 gennaio) sottolinea che il contratto sarebbe pienamente valido, inclusa la sua onerosità fino al 31 dicembre 2023. Una interpretazione che contrasterebbe con quella del Consiglio di Stato che, nel parere 309 del 4 febbraio 2020 chiarisce che 'nell’ipotesi in cui l’incarico venga conferito ad un soggetto ancora in servizio, al fine di evitare elusioni, al momento della quiescenza, lo stesso deve trasformarsi a titolo gratuito…' ”. Affermano il Segretario Regionale UIL FPL Antonio Guglielmi, il Segretario Regionale aggiunto UIL FPL Giuseppe Verrastro e il l Segretario Territoriale Raffaele Pisani in una nota delle UIL Basilicata del 18 aprile 2022.
Giustamente viene da chiedersi che ci azzecca la Basilicata con il Veneto, dato che per ora l’unico legame è l’origine del funzionario in questione. Beh di situazioni analoghe a quella di Potenza nella nostra Regione ce n’è più di una e riguardano diversi funzionari. Si tratta di: Giuseppe Dal Ben (65 anni) direttore dell’Azienda Ospedaliera di Padova, Francesco Benazzi (65 anni) direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Edgardo Contato (64 anni) direttore dell’Ulss 3 Serenissima di Venezia, Maria Giuseppina Bonavina (65 anni)che dirige l’Ulss 8 Berica di Vicenza ed anche il direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor. Tutti dirigenti nominati con un decreto-legge della Giunta regionale del Veneto nel febbraio 2021, per un incarico triennale remunerato per ciascuno con uno stipendio lordo di quasi 155mila euro l’anno (per la precisione 154.937,06 euro).
Ma quali sono i riferimenti giuridici che alimentano dei dubbi?
Il primo è il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario). Facendo una rapida analisi tra le varie amministrazioni regionali italiane emerge che si tratta di un decreto spesso citato dagli enti Regionali, vedi la nomina del dottor Massimo Uberti a Direttore generale dell’Azienda USL della Valle d’Aosta, come riportato nella delibera della Giunta regionale n. 1.533, in data 22 novembre 2021 (Scaricabile qui https://www.regione.vda.it/allegato.aspx?pk=91071). In cui si legge: "... convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e successive modificazioni e integrazioni e, in particolare, l’art. 5, comma 9, il quale, tra altro, stabilisce il divieto da parte delle pubbliche amministrazioni di conferire incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni medesime e degli enti e società da esse controllati a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza, salvo che i medesimi siano svolti a titolo gratuito e, per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferma restando la gratuità, che i medesimi non abbiano durata superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione".
Va inoltre rilevato che le indicazioni del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 sono state recepite con una delibera della Giunta Regionale del Veneto il 7 agosto 2012, come riporta il bur regionale.
Quanto alla Sentenza n. 309 del 4 febbraio 2020 del Consiglio di Stato, già citata anche dai sindacati, nel periodico online del Centro Studi Enti Locali si legge che: “Nella Sentenza n. 309 del 4 febbraio 2020 del Consiglio di Stato, i Giudici rilevano che l’art. 5, comma 9, del Dl. n. 95/2012, deve essere interpretato nel senso che, qualora il conferimento di un incarico in Organi di governo delle Amministrazioni sia intervenuto in un momento antecedente al collocamento in quiescenza, allorché sopraggiunga il collocamento a riposo, l’incarico prosegue sino alla scadenza prevista trasformandosi, da tale scadenza, in un rapporto a titolo gratuito”.
Ma nelle altre Regioni come si regolano?
Generalmente le nomine riguardano professionisti di età inferiore. Giusto per citarne alcuni: la dottoressa Marinella d’Innocenzo DG della ASL Rieti (classe 1959), il dottor Massimo De Fino nominato direttore generale dell'Azienda Usl Umbria 2 (classe 1960), il nuovo DG dell’Asl Frosinone Angelo Aliquò fresco di nomina e 54enne, o il neo direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, il bassanese Antonio Ferro (60 anni) coetaneo di Mara Azzi DG dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova.
Della vicenda e delle sue possibili ripercussioni in Veneto si è occupata anche la stampa nazionale tant’è che il Fatto Quotidiano riporta in un articolo: “Abbiamo letto del caso in Basilicata – ha dichiarato il direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor – per questo abbiamo avviato delle verifiche sulle singole posizioni dei manager della sanità veneta. Una volta concluso questo passaggio, se necessario, raccoglieremo pareri legali, in grado di fornire la corretta interpretazione delle rispettive norme”.
Insomma, qualche domanda se la stanno facendo anche in Veneto.
Ora, quindi, si attendono delle riposte puntuali che rassicurino i contribuenti, fugando ogni dubbio.