"ARTIGIANI E COMMERCIANTI RIBELLATEVI"
Denuncia del CNA: gli studi di settore vengano sospesi
| Claudia Borsoi |
Treviso - La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) chiede al Governo la sospensione degli studi di settore fino all’uscita dalla crisi economica. Una protesta che aveva mosso i suoi primi passi già nel corso del 2008 e che ora, anche nella Marca Trevigiana, si è fatta più forte.
La CNA Provinciale di Treviso ora si appella anche a imprenditori e liberi professionisti, affinchè anche loro si uniscano a questa protesta anti-studi-di-settore. L'unica e attuale alternativa per molti artigiani e commercianti del territorio, se il sistema fiscale non verrà modificato, sarà infatti la chiusura immediata delle loro attività.
Secondo l’Associazione di categoria, se nel 2009 si era verificato un marcato disallineamento tra i ricavi delle imprese e i ricavi stimati dagli studi di settore, nel 2010 la situazione non potrà che essere drammaticamente più critica.
"Non siamo di principio contrari agli studi di settore - puntualizza Giovanni Carrer, presidente del mandamento di Vittorio Veneto della CNA - riteniamo però che i parametri vadano adeguati e che si potrà farlo solo quando la situazione economica si sarà stabilizzata. Solo allora, infatti, sarà possibile individuare indicatori realistici, finalmente in linea con le nuove possibilità di fatturato delle imprese".
Fino al "raggiungimento del punto-nave della crisi», la CNA chiede dunque al Governo di sospendere l’applicazione degli studi di settore: "È un momento molto difficile per l’economia, e lo Stato deve venire incontro alle imprese, fidandosi" continua Carrer. "Non è il tempo di vessare chi ogni giorno combatte per la sopravvivenza".
"Non è accettabile che, in questa situazione, sia il Governo a decidere cosa un’impresa deve riuscire a incassare dalla sua attività" denuncia Alessandro Conte, presidente provinciale della CNA. "L’esecutivo deve capire che oggi la piccola impresa va sostenuta con fiducia, dando segni di comprensione e di solidarietà: è inammissibile che lo Stato si comporti come una sanguisuga, nella migliore delle ipotesi come l’ennesimo elemento di ansia e di incertezza che rende problematica la vita dell’artigiano". "Il fisco, come gli altri organi dello Stato, si preoccupi piuttosto di colpire i grandi focolai di evasione, lasciando in pace chi lavora per sopravvivere" conclude Conte.
Da uno studio compiuto dal CNA è emerso che gli indicatori della situazione economico-sociale a fine 2009 in provincia di Treviso sono rimasti negativi, anche se in lenta risalita rispetto al terzo trimestre dello scorso anno.
Per quanto riguarda gli indicatori economici, in Provincia il saldo tra le nuove iscrizioni e le cessazioni delle imprese è stato negativo per circa 1.000 imprese, di cui 600 artigiane. 1.850 imprese artigiane e piccole imprese sono state interessate alla cassa integrazione in deroga, per un totale di 10.000 lavoratori. I settori più colpiti sono stati quelli dell'edilizia, meccanica, moda, legno e settore trasporti.
Gli indicatori finanziari hanno fatto emergere che il problema più grosso a fine 2009-inizio 2010 è stato avere credito dalle banche. Dal punto di vista finanziario sono cresciuti i fallimenti delle imprese, mentre si sono ridotti al lumicino gli investimenti.
Infine, gli indicatori sociali hanno evidenziato che le imprese non artigiane sono state interessate nel 2009 a 16 milioni di ore di cassa integrazione, con un tasso di disoccupazione in lieve aumento. Nell'attuale mercato del lavoro c'è sofferenza e le famiglie sono preoccupate sul loro futuro: per questo sono portate a fare pochi investimenti e a non allargare i loro consumi.