Asparagi IGP e fragole lungo il Piave
Fare poco, ma farlo bene: la filosofia di Paolo
| Sara Armellin |
CIMADOLMO - Paolo, occhi azzurri e classe 1986, ha le idee chiare ed energia da vendere: sarà per questo che nel piccolo punto vendita dietro casa, lungo la provinciale che porta a Cimadolmo, si possono trovare pochi prodotti, ma di una qualità più che eccellente. Asparagi bianchi e verdi e fragole in primavera; radicchio tardivo e qualche orticola invernale nella stagione fredda.
Se vi sembra poco, è perché forse non avete ben chiaro il processo produttivo che si cela dietro la coltivazione di asparagi bianchi e radicchio tradivo, eccellenze agricole della nostra terra che, non a caso, richiedono grande competenza e ore di lavoro manuale. Ma Paolo è un imprenditore agricolo deciso e determinato: dopo il diploma al Cerletti e le prime esperienze in vigna come operaio, ha coinvolto mamma Vittorina e papà Domenico, già agricoltori per autoproduzione, nella gestione della nascente azienda agricola.
Campo dopo campo, ha preso in affitto gli attuali 8 ettari di terreni, tutti nella zona di Cimadolmo, area di produzione del rinomato Asparago Bianco di Cimadolmo IGP del cui consorzio Paolo è anche presidente. Nemmeno a dirlo quindi che la coltivazione dei turioni viene da lui svolta a regola d’arte: oltre agli ordinatissimi campi, Paolo conta anche su 7 serre dentro le quali le baule possono godere di un paio di gradi in più, condizione essenziale per anticipare di qualche settimana il raccolto a pieno campo.
Con pazienza e costanza, ogni mattina vengono alzati i teli neri che consentono ai germogli di restare candidi, ben protetti dai raggi del sole: appena fanno capolino dalla terra, vengono raccolti a mano con l’apposito attrezzo (la sgorbia) e portati subito in azienda per il lavaggio e la mondatura. Perché se al mercato siamo abituati a vedere gli asparagi belli ordinati e puliti, dobbiamo ringraziare gli operai agricoli come i genitori di Paolo, che a mano preparano i mazzi suddivisi per calibro.
Solo i turioni che rispettano determinate caratteristiche possono poi essere fregiati dalla fascetta del Consorzio, che riporta un numero seriale per ogni mazzo e le indicazioni sul relativo calibro. Un lavoro paziente e certosino, paragonabile solo a quello della toilettatura del radicchio, che non a caso avviene nei medesimi spazi aziendali e con le medesime mani durante i mesi invernali.
Oltre ad asparagi e radicchio, Paolo ha diversificato la produzione anche con le fragole: 5 mila piantine, bene allineate dentro a piccole serre, che vengono raccolte a mano e messe in vendita accanto ai candidi asparagi bianchi e ai saporitissimi asparagi verdi.
Nel pieno della stagione, i clienti non mancano e quasi non serve mettere il classico cartello imbonitore ASPARAGI BIANCHI fuori dal cancello di casa: del resto in casa Zanusso, come in tante case contadine di Cimadolmo, gli asparagi ci sono sempre stati.
Nei prossimi anni però spunteranno anche le ciliegie: Paolo ha da poco piantato 200 alberi da frutto, che dovrebbero entrare a regime per l’estate del 2024. Allora forse sì vedremo il cartello CILIEGIE fuori dalla sua abitazione: quanto meno perché a Cimadolmo sarebbe una novità degna di una fermata.