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24 gennaio 2025

Treviso

BANDO ANTICRISI? I SOLDI DELL'INAUGURAZIONE DEL SANT'ARTEMIO PER INTEGRARLO

Lo pensano Doro e Calesso che annunciano che il ministero si sta interessando delle discriminazioni che contiene

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

BANDO ANTICRISI? I SOLDI DELL'INAUGURAZIONE DEL SANT'ARTEMIO PER  INTEGRARLO

Treviso - Bando anticrisi della Provincia: l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni ha già assegnato ad un legale il caso. Lo rendono noto Luigi Calesso (nella foto) di Un’altra Treviso e Francesca Dore dell’ Associazione difesa lavoratori di Treviso che ritengono discriminatorio, inefficace, inadeguato e clandestino sotto il profilo sociale il fondo di sostegno ai disoccupati della Provincia di Treviso.

“Dal punto di vista della discriminazione Muraro gioca con le parole perché tenta di dimostrare che la Provincia è equanime spacciando per straniere delle persone che, pur nate in altri Paesi, oggi hanno la cittadinanza italiana e che, quindi, anche volendo non avrebbero potuto essere in alcun modo escluse dalle provvidenze dell’ente provinciale.

Se non bastasse il fatto che sono esclusi dal contributo della Provincia tutti gli immigrati che non hanno la cittadinanza italiana (cioè la stragrande maggioranza), a dimostrazione del fatto che il provvedimento varato dalla Provincia ha caratteristiche discriminatorie è la comunicazione dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Ministero delle Pari Opportunità di avere assegnato il caso, a seguito del nostro esposto, ad un consulente legale per la “la valutazione sulle iniziative anche giurisdizionali da intraprendere da parte dell'ufficio”, come ci è stato comunicato ancora lo scorso 30 novembre”.

Calesso e Dore fanno anche sapere che stanno attendendo che ai due cittadini marocchini a cui è stato negato il contributo venga data comunicazione ufficiale del diniego per inviarne copia all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e per decidere quali altre azioni legali intraprendere di fronte ai giudici amministrativi o civili.

“Sul fronte dell’efficacia del provvedimento – dicono i due attivisti - registriamo che il 20% del fondo non è stato assegnato e che il numero delle richieste prevenute alla Provincia per l’accesso al fondo è di circa 600 mentre nel corso del 2009 ci sono stati nel territorio della Marca 7.000 licenziamenti ed altre migliaia di lavoratori si sono visti il reddito decurtato da periodi di cassa integrazione.

In questo quadro (tra i peggiori in Veneto) la Provincia è riuscita a costruire un bando talmente restrittivo che solo 400 lavoratori hanno potuto avere accesso al fondo, mentre 200 richiedenti sono stati esclusi”. Calesso e Doro sono poi convinti che lo scarso numero delle richieste presentate dimostra che l’istituzione del fondo e le modalità per ricevere il contributo, con ogni probabilità, sono rimaste sconosciute a molti trevisani.

Ed ecco l’affondo finale: “se la Provincia avesse speso in pubblicità metà dei soldi che ha utilizzato per propagandare sulla stampa locale l’apertura della nuova sede al Sant’Artemio molto probabilmente sarebbero stati ben più numerosi i lavoratori disoccupati informati dell’esistenza del fondo e le richieste di accesso al contributo avrebbero potuto essere migliaia e non poche centinaia.

La Provincia è arrivata a pubblicizzare la propria struttura di formazione professionale sul periodico di Unindustria Treviso (come se a scuola dovessero andarci gli imprenditori) ma non ha investito un euro per informare i trevisani dell’esistenza del fondo a favore dei disoccupati. 108.000 euro spesi per la festa di inaugurazione della sede al Sant’Artemio non avrebbero potuto più utilmente essere utilizzati per integrare la dotazione del fondo di sostegno ai disoccupati e per comunicarne l’esistenza ai trevisani?

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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