BOTTACIN (PD): "APRIAMOCI A NUOVE ALLEANZE"
Invece di chiedere le dimissioni sue e di Damian, il consigliere regionale propone serie scelte strategiche
| Laura Tuveri |
TREVISO – Prosegue la lotta intestina all’intermo dal Pd di Marca, mentre il partito si prepara ad affrontare il congresso di novembre che porterà alla scelta del nuovo segretario provinciale o alla riconferma di quello uscente, Enrico Quarello. C’è anche chi vorrebbe estromettere due importanti esponenti elementi del partito.
Roberto Grigoletto, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Treviso, ha pronunciato parole al vetriolo verso Diego Bottacin (nella foto) e Pierluigi Damian, in quanto secondo lui, costoro continuerebbero ad ostentare un atteggiamento distruttivo nei confronti del partito Se Bottacin si dice anche disposto a votare Quarello, a quanto pare unico candidato, ha comunque rinunciato a porre candidature, quel che più preme all’ex sindaco di Mogliano è far emergere una discussione, rimettendo in discussione le strategie proposte nel documento programmatico del segretario uscente e aprendo a nuove alleanze e, perché no, anche andando a discutere con i delusi di Pdl e Lega.
Damian ha annunciato di non voler partecipare con i suoi uomini al congresso. Il ragionamento del riconfermato consigliere regionale Bottacin, ex Margherita è chiaro. In questi ultimi anni si sono persi molti elettori, bisogna aprirsi a nuove e anche inedite alleanze e cercare anche al di fuori del Pd l’avversario di Muraro alle prossime elezioni provinciali.
Bottacin, insomma, è aperto all’idea di un terzo polo, ad un ‘alleanza con Udc, finiani e rutelliani, strizzando l’occhio anche ai delusi del centro destra che attualmente governa il Paese. Secondo Quarello, invece, parlare di terzo polo vuol dire non riconoscere nemmeno il secondo, ovvero quello in cui il consigliere regionale dice di stare.
Bottacin a sostegno della sua tesi e del fatto che il partito deve cambiare rotta snocciola i dati fallimentari che il Pd ha conseguito nelle ultime consultazioni popolari. “Negli ultimi tre anni i voti del Pd si sono quasi dimezzati. A fronte di questa disfatta, leggendo il documento di Quarello parrebbe che tutto stia andando a gonfie vele, che il partito sia nel pieno della salute, che è pieno di circoli, la gente ci vuole bene, però alla fine non ci vota. Strategie non ne vedo nel suo documento, obiettivi serio tanto meno.
Questo documento congressuale non affronta il tema del bipolarismo malato e improduttivo che da 16 anni regna nel Paese e che non ha prodotto alcuna riforma significativa. E’ un documento – prosegue Bottacin - che rispetto alle elezioni provinciali del prossimo anno afferma che è necessario fare le primarie e che il candidato dev’essere a tutti i costi del Pd, un partito che vanta il 18% di chi si reca alle urne, tenendo conto che il 35% degli aventi diritto non va a votare il Pd può contare sul consenso del 12% degli elettori e pertanto affermare che la candidatura dell’aspirante presidente della Provincia del centro sinistra vada cercata solo in casa con questo piccolo consenso che abbiamo ottenuto alle ultime consultazioni regionali è una scelta fallimentare.
Secondo me significa condannarsi ad un ruolo perpetuo nemmeno più di opposizione, ma di inesistenza. Io ho posto una questione molto semplice: c’è una evidente crisi nel centro destra, che si sta scomponendo una parte significativa del centro destra e che c’è la possibilità di apertura di un terzo polo, potenzialmente maggioritario se il Pd ha il coraggio di fare delle scelte chiare escludendo massimalismi, post comunismi, giustizialismi, grillismi dalla sua coalizione e apra un confronto serio con le forse antagoniste a Berlusconi e al suo sistema di governare, Fini in primis, aprendo un confronto strategico per scompaginare totalmente questo sistema bipolare malato che vede la politica ridotta a tifo da stadio.
C’è chi vuole la morte di Berlusconi, che vuole fuori i comunisti. Urge che in questa situazione di crisi profonda si cerchi di cogliere l’opportunità di fare un’alleanza solida e strategica con quelle forze che hanno intenzione di governare il Paese non con quelle che hanno intenzione di continuare a godere di una rendita di posizione di minoranza.
Voglio un partito che discuta, che cambi posizione e che si renda conto di aver perso consensi. Pertanto deve necessariamente fare qualcosa per uscire da questa crisi, non può concedersi il lusso di dire espelliamo alcuni dei suoi elementi invece di affrontare le questioni realmente serie” ha concluso Bottacin.