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25 novembre 2024

Treviso

BUONA DOMENICA La mamma dell'Idiota è sempre incinta

Mentre un popolo e uno Stato muoiono nella guerra di Putin, da noi in Italia c'è chi si preoccupa del politicamente corretto e mette al bando Dostoevskij, direttori d'orchestra e fotografi di rango.

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

La guerra in Ucraina richiede solidarietà e aiuti umanitari

TREVISO - Succede anche in questa guerra - che tutti ormai convengono essere di Putin, non della Russia - c’è chi intende dimostrarsi più realista del re. All’università “Bicocca” di Milano il rettore per la didattica, d’intesa con quella Magnifica, ha sospeso - salvo poi battere in ritirata sotto il fuoco delle proteste indignate - un corso su uno dei più grandi scrittori russi, Fëdor Dostoevskij.

Rinviare il percorso su Dostoevskij “per evitare tensioni interne in questo momento di politica internazionale". Ma a chi può far paura Dostoevskij? Che cosa di sconvolgente può potrà mai capitare a chi iniziasse o continuasse a leggere “I fratelli Karamazov” o “Delitto e castigo”? “Cosa temono di un uomo che è stato condannato a morte perché aveva letto pubblicamente una lettera proibita nel 1849?” - si è indignato su “La Stampa” (3 marzo) il docente rimasto in stand by e scrittore Paolo Nori. E anche se l’ateneo ha corretto il tiro, parlando di malinteso, lui declinerà l’invito a proseguire come se non fosse successo nulla: “Non so ancora se accettare e anzi non penso che lo farò. A meno che non mi dicano la verità: cosa hanno ritenuto imbarazzante di Dostoevskij riguardo alla guerra”?

E come “L’idiota” (per parafrasare un altro famoso titolo del grande autore russo), la cui mamma è sempre incinta, così analoghe stupidaggini si sono prodotte la scorsa settimana: a Reggio Emilia, un numero uno qual è Alexander Gronsky, arrestato in Russia per aver protestato contro la guerra, è stato escluso dal Festival della fotografia. Mentre dal teatro alla Scala di Milano è stato allontanato il direttore d'orchestra Valery Gergiev, perché secondo il sindaco Sala e il sovrintendente della Scala Dominique Meyer avrebbe dovuto (ma non lo ha fatto) condannare la guerra in Ucraina. Il metropolitan opera di New York la soprano russa Anna Netrebko l’ha invece lasciato spontaneamente: “Dopo una profonda riflessione ho preso la difficile decisione di ritirarmi per un periodo dall'attività concertistica. Non è il momento giusto per me di comparire in scena e fare musica. Spero che il pubblico capirà” (“La Stampa” 3 marzo). Medesime le critiche che l’hanno spinta a fare, di sua sponte, il passo.

Di fronte alla drammaticità della tragedia bellica in Ucraina, alle bombe che cadono come se piovesse su quel popolo, sui bambini negli asili piuttosto che su una centrale nucleare, la domanda è: davvero c’è qualcuno che insegue fantasmi presunti tra le pagine della letteratura e pretende pedigree da artisti e musicisti? Ma sul serio non c’è proprio altro e di meglio da fare per solidarizzare e magari anche aiutare chi è costretto a patire la guerra di Putin?

Questa genia di perditempo non farebbe meglio a pensare ad accogliere i profughi in fuga invece di preoccuparsi del politically correct" (peraltro tutto da dimostrare)?

Buona domenica

 


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Roberto Grigoletto

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