BUONA DOMENICA Quando i bambini fanno oh
La casa reale inglese guarda al colore della pelle del piccolo Archie. Il Volley Pordenone licenzia la pallavolista incinta. La Corte costituzionale sollecita la legge per i nati con fecondazione.
TREVISO - Mercoledì scorso i quotidiani pubblicavano tre notizie che a prescindere dalle vicende e dai protagonisti raccontavano lo stesso “problema”.
Il coming out della coppia Meghan Markle- Harry Windors, duchi (o post tali) di Sussex, intitolato: “Temevano (quelli di Buckingam palace, n.d.r.) il colore il colore della pelle di nostro figlio”. Poche pagine dopo, la confessione triste della nostra pallavolista Lara Lugli, ex Volley Pordenone, buttata fuori dalla squadra e dalla società per non aver avvisato che le sarebbe potuto capitare prima o poi di diventare mamma : “Restare incinta è considerata una mancanza di professionalità, come aver assunto cocaina e risultare poi positiva all’antidoping”. Dulcis in fundo, le due sentenze con le quali la Corte costituzionale ha sollecitato il Parlamento italiano perché si sbrighi a riconoscere i pieni diritti di quei bambini, nati con fecondazione eterologa o con gestazione per conto terzi, in Italia o all’estero e che sono figli di coppie sia etero che omosessuali. Nel primo caso la corona britannica ha rimediato una accusa di razzismo bello e buono. Nel secondo, la società sportiva sarà portata in tribunale. Nel caso infine della lacuna da colmare nel nostro ordinamento, si prefigurano già le calende greche.
L’imperturbabile casa regnante inglese stavolta troppa atarassia non le è riuscito di praticare. Il rampollo ribelle ha pestato duro sul “vulnerable point” di una monarchia che non riesce a far dimenticare i suoi trascorsi imperialistici. “Il razzismo istituzionale, palese o dichiarato, è dunque il motivo principale della scelta della coppia di lasciare il Regno Unito” - ha scritto su “Il Domani” la politologa Marzia Maccaferri. La sovrana regina - sarà forse per via dell’età? - ha cominciato a commuoversi. Non il padre del duchetto, al quale pare non risponda nemmeno al telefono. C’è da non crederci che il colore della pelle di un neonato possa rivelarsi così dirompente in una monarchia costituzionale. Non che la nostra Repubblica democratica fondata sul lavoro possa stare allegra. Non ha ottenuto un risalto da famiglia reale ma non meno inaudita è la vicenda occorsa all’atleta Lara Lugli: “Una gravidanza equiparata a un tradimento, una società che rescinde il contratto, nega anche l’ultima mensilità e adduce motivazioni incredibili:
Ai sentimenti e alle sofferenze di bambini che a quell’età stringono e consolidano le prime e fondamentali relazioni affettive: qualcuno che ci pensa - da qualche parte - si trova ancora? O i diritti non è necessario riconoscerli ai più piccoli e agli indifesi?
BUONA DOMENICA