Cansiglio, gli ambientalisti lanciano la proposta: "L'ex hotel san Marco diventi una clinica del bosco"
Domenica circa 400 persone delle associazioni ambientaliste di Veneto e Friuli si sono riunite per la 36° volta per il raduno in difesa dell’Antica Foresta
CANSIGLIO - Domenica scorsa diverse associazioni ambientaliste hanno partecipato al 36esimo raduno in difesa dell’Antica Foresta. Pubblichiamo qui integralmente il resoconto realizzato da Toio de Savorgnani e Giancarlo Gazzola di Mountain Wilderness e da Michele Boato, direttore dell'Ecoistituto Veneto Alex Langer.
Circa 400 persone delle associazioni ambientaliste di Veneto e Friuli si sono ritrovate in Cansiglio per la 36° volta con la motivazione di impegnarsi nella difesa dell’Antica Foresta, probabilmente uno dei più vecchi raduni di ecologisti di tutte le Alpi. Il primo incontro fu organizzato quando già stava per cominciare il taglio degli alberi per le piste da sci di collegamento con il Pian Cavallo e da allora l’appuntamento annuale non è mai mancato una volta. E non sono mai mancate le motivazioni per farlo, visto che il lungo dibattito sullo sviluppo dello sci da discesa è andato avanti per una ventina d’anni e solo il cambiamento climatico ha messo la parola fine a nuovi impianti alle basse quote. Siamo stati presenti anche per chiedere la bonifica delle due basi militari di Pizzoc e Pian Cansiglio, contro le torri eoliche alte 120 metri sulla cima del Pizzoc, ma negli ultimi anni le azioni si sono concentrate sulla opposizione alle vendite di parti delle proprietà pubbliche.
Un tempo, prima degli anni 70, il Cansiglio era tutto demanio statale, gestito dal Corpo Forestale, poi è avvenuta la divisione tra Veneto e Friuli e, per la parte veneta, è rimasta allo Stato la grande Riserva Biogenetica di oltre 600 ettari. La prima vendita avrebbe dovuto essere quella del San Marco, a cui sarebbe seguita quella del Rifugio S. Osvaldo e poi del ristorante Genziana, fino alla vendita completa di tutte le strutture. Le associazioni si sono sempre opposte allo smembramento di una tra le proprietà pubbliche più antiche e tutelate, non si sono però mai dichiarate contrari e che il San Marco venisse ristrutturato e rimesso in funzione e , per fortuna il S.Osvaldo verrà riaperto a breve, mentre la Genziana è già tornata operativa.
La richiesta di quest’anno è che non venga toccata la Riserva Biogenetica, cioè si dice di no al trasferimento dei villaggi cimbri de Le Rotte e di Vallorch, come già era stato preannunciato, dallo Stato al comune di Fregona, che poi potrebbe, se volesse, vendere ai privati. La situazione dei cimbri può essere sanata da parte dello Stato con una soluzione simile a quella dei villaggi in Veneto: una convenzione di 99 anni per permettere l’uso delle case, senza toccare la proprietà pubblica del suolo. Il San Marco invece potrebbe diventare una Clinica del Bosco, luogo di recupero per adulti e bambini in riabilitazione dopo gravi malattie, grazie alle capacità rigenerative della Foresta e di un ambiente non inquinato, come anche la scienza sta confermando. Inoltre è stato lanciata la proposta di non tagliare i grandi alberi del bosco, che producono molto ossigeno e trasformano in legno l’anidride carbonica dell’aria, il gas responsabile dell’effetto serra. Il Cansiglio è un bene comune che appartiene ai veneti, agli italiani, agli europei e come tale deve restare, luogo anche di lavoro ed attività economiche, ma ben tutelato e al riparo dalle speculazioni.