Il Centro della famiglia di Treviso preso a modello virtuoso da Roma
La Chiesa guarda con interesse alle attività rivolte alle famiglie, messe in atto nella Marca
Treviso - Il Nunzio in Italia, mons. Emil Paul Tscherrig, ha chiamato ieri a Roma, nella sede della Nunziatura apostolica, il presidente e il direttore del Centro della Famiglia di Treviso, don Francesco Pesce e Adriano Bordignon, per conoscere i progetti elaborati e le concrete azioni messe in campo a favore delle famiglie dalla Fondazione diocesana di Treviso. La Chiesa italiana guarda infatti con interesse a quello che viene considerato per certi aspetti un “laboratorio” - quello trevigiano - e sta valutando la fattibilità di alcune iniziative proprio sul territorio trevigiano.
Particolarmente apprezzati il protagonismo familiare nei percorsi promossi dal Centro trevigiano e il sostegno offerto nelle sfide lungo tutto il ciclo della vita. Tant’è che ai rappresentanti della diocesi di Treviso è stato anche chiesto di rendersi disponibili a prestare la propria collaborazione con Roma per progetti pilota in grado di rispondere ai nuovi bisogni delle famiglie. E’ stato infatti ribadito che le famiglie costituiscono la struttura portante delle comunità dal punto di vista economico, sociale ed educativo e per questo è necessario creare le condizioni affinché possano svolgere al meglio le loro funzioni e potenzialità per il bene della società e della Chiesa.
Soddisfatto al rientro a Treviso il presidente del Centro della famiglia, don Francesco Pesce, e pronto a mettersi subito al lavoro: “Il nunzio mi è ha dato l’impressione di essere una persona molto umana; sembrava di sentir parlare Papa Francesco. È stato bello in questo tempo delicato per la società e per la Chiesa fermarsi a parlare di futuro, prendendo sul serio i problemi reali. Bello sentire un pastore vicino al suo gregge”. Ma don Francesco ricorda i mesi trascorsi con la pandemia e nel lockdown, riconoscendo che “le famiglie hanno dimostrato, anche in questo anno terribile, di essere la vera risorsa strutturale per il Paese e per le comunità locali. Bisogna investire ancora di più perché esse vengano riconosciute nel loro ruolo sociale, economico ed educativo e possano svolgere al meglio le loro funzioni: sono un investimento strategico per il futuro”. Una responsabilità e un compito che appartengono sia alla Chiesa che alla società civile: “Si tratta di incontrarle dove sono, di riconoscere i mille ostacoli che devono affrontare e quindi di mettere in campo gli strumenti più appropriati”.