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28 marzo 2024

Treviso

Che cos'è "Il Popolo della Famiglia"

Il coordinatore provinciale, Cattarin illustra idee e prospettive

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

popolo della famiglia treviso

TREVISO- Il Popolo della Famiglia ha presentato ufficialmente i propri candidati. Si tratta del partito costituito dal giornalista Mario Adinolfi dopo l’esperienza del Family Day e delle battaglie condotte in occasione dell’approvazione della legge sulle unioni civili. A Treviso, secondo quanto dichiarato dai dirigenti locali, la lista, che ha optato per una corsa in solitaria, ha raccolto ben 1035 sottoscrizioni per il Senato e 780 firme per la Camera. Di area cattolica conservatrice, il partito ha scelto di correre fuori della coalizione di centrodestra.

 

Il programma è fortemente caratterizzato sul piano dei temi cd. eticamente sensibili, proponendo la revisione della Legge 194 sull’aborto e delle recentissime norme in materia di biotestamento, la lotta alla prostituzione e alla pornografia, lo smantellamento della Legge Cirinnà. Così come esplicitato anche nel simbolo, chiude nettamente agli insegnamenti orientati alle teorie gender nelle scuole. Propone incentivi alla ricerca, alle piccole e medie imprese e alle imprese familiari, nonché l’introduzione del “reddito di maternità” «per le mamme che desiderano prendersi cura esclusivamente del figlio nei primi anni di vita».

Sul fronte immigrazione si mostra favorevole ad una immigrazione controllata ma contrario ad una riforma della cittadinanza orientata sull’introduzione dello Ius soli. A livello personale si registrano delle posizioni più rigide. In campo economico, chiede il ripristino della «sovranità nazionale e monetaria», sposando sostanzialmente le posizioni delle altre liste di destra.

 

Damiano Cattarin, coordinatore provinciale del partito, illustra le ragioni del posizionamento della forza politica, con uno sguardo già alle prossime amministrative.

 

Avete optato per la corsa in solitaria. C’è però il problema della soglia di sbarramento, fissata al 3%. Rinunciare ad entrare in coalizione con il centrodestra significa voltare le spalle all’ipotesi di seggi sicuri nei collegi e i sondaggi non sono favorevoli al momento…

«Vogliamo essere autonomi al 100%. Intendiamo darci un’identità chiara e questo è il motivo per cui non andiamo in coalizione. Il 3% non è poco. Però è un risultato possibile. Occorreranno un milione di voti. Non escludiamo di riuscire a toccare anche il 5-6%. Non sarà facile, ma per noi è una questione di coerenza. Nelle coalizioni c’è tutto e il contrario di tutto. Il centrodestra è ambiguo su unioni civili, divorzio breve, biotestamento: noi, invece, vogliamo abrogare tutte queste cose. Su altri aspetti ci sono differenze abissali: Salvini vuole riaprire le case chiuse, noi, al contrario, vogliamo affrontare il dramma della prostituzione con la Comunità Papa Giovanni XXIII».

 

Facciamo un salto in avanti e andiamo a maggio, alle amministrative e al voto a Treviso: le divergenze che sottolineate esulano dalle competenze di un comune. Dando per scontata la vostra indisponibilità a correre con il centro-sinistra, come vi posizionerete nella partita, porterete acqua al mulino di Conte o giocherete da soli?

«Correremo con il nostro candidato sindaco alle amministrative. Potrebbero esserci una coalizione con liste civiche che condividano il rispetto dei principi non negoziabili: non dico necessariamente in toto ma su certe tematiche vogliamo essere fermi».

 

Parliamo del partito sul territorio. Disponete di una sede provinciale e di un bacino di iscritti?

«Abbiamo intenzione di aprire una sede a Treviso. I simpatizzanti sono oltre trecento, i militanti superano la cinquantina; nel direttivo siamo in dodici. Abbiamo contatti con qualche amministratore a noi vicino: occorrerà attendere le amministrative di quest’anno per valutare quanti di loro sceglieranno di correre con noi e quanti prenderanno altre strade. Inoltre in questi mesi si stanno avvicinando a noi molti professionisti di altissimo livello: alle comunali faremo delle liste spettacolari».

 

Capolista alla Camera in quota plurinominale nel principale collegio trevigiano sarà Lorenzo Damiano che in una nota riferisce le sue posizioni: «Con noi l’immigrazione diventerà controllata, difenderemo l’Italia dall’invasione islamica. Siamo un popolo che fonda le sue radici sulla cristianità, dobbiamo mantenere la nostra identità e la nostra tradizione: chi non vuole integrarsi deve tornare nel suo Paese e se necessario verrà cacciato con la forza».

Il capolista è intervenuto anche sulla Giornata del Ricordo delle vittime delle Foibe, un tema che ha monopolizzato il dibattito politico del fine settimana fra commemorazioni e contestazioni: «Anche i partigiani furono assassini, ugualmente uccisero e trucidarono gli oppositori e quelli che consideravano i loro nemici. I partiti politici soprattutto di un certo schieramento tendono a strumentalizzare anche questa giornata ma la storia va ricordata per intero, anche nelle scuole, non solo quello che comoda. Non si dice mai, ad esempio, che i partigiani comunisti trucidarono decine e decine di sacerdoti. Anche il nostro territorio è intriso del sangue cosparso dai partigiani comunisti, non dimentichiamolo mai».

Il Popolo della famiglia oggi terrà il primo dei quattro incontri finalizzati a conoscere il movimento e le sue linee programmatiche. Primo ospite sarà il dirigente nazionale, Mirko De Carli alle 20.45, presso l’hotel Cà del Galletto di Treviso.

 

I nomi degli altri candidati de Il Popolo della Famiglia.

 



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