26 dicembre 2024
Categoria: Notizie e politica - Tags: DEBITO PUBBLICO, PIL, euro, REDDITO DI CITTADINANZA, DOMENICO DE SIMONE
Nel 1999 uscì un libro del prof. Domenico De Simone dal titolo
UN MILIONE AL MESE A TUTTI: SUBITO!
Come e perché sarà introdotto il reddito di cittadinanza e tutti vivranno felici e contenti
edizioni Malatempora
(ora il titolo potrebbe essere: MILLE EURO AL MESE A TUTTI: SUBITO!)
Lo lessi dopo essermi avvicinata all’antropocrazia di Bellia ed aver analizzato gli studi del prof. Auriti.
De Simone, in questo libro, spiega le ragioni per cui sia giusto, possibile e necessario introdurre in Italia il Reddito Universale di Cittadinanza.
Estrapolerò brevemente le premesse dell’opera, con un punto d’attenzione necessario: rinominarlo “Reddito Universale di Esistenza”, per evitare le possibili confusioni che il termine reddito di cittadinanza può generare, in quanto utilizzato negli anni recenti da vari gruppi politici, che ne hanno attribuito un significato assai diverso da quello esposto dal prof. De Simone.
Il Reddito Universale di Esistenza consiste in una somma erogata dallo Stato a tutti i cittadini per consentire il soddisfacimento dei bisogni primari, ovvero di quei bisogni materiali che consentono ai cittadini di vivere una vita dignitosa.
Lo eroga in modo automatico e senza condizioni di sorta. E' una somma che si aggiunge al reddito da lavoro, di qualunque entità esso sia.
Si ritiene giusto che il reddito di esistenza tuteli il diritto alla vita di ogni essere umano, ovvero il diritto di ogni uomo, per il solo fatto di appartenere al genere umano e ad una comunità organizzata, di usufruire di mezzi materiali consoni a condurre una vita dignitosa.
De Simone, analizza uno dei fondamenti dell'etica del lavoro: la confusione tra lavoro per la necessità e lavoro come espressione di creatività.
Contrariamente al pensiero imperante, non è giusto che sia necessario lavorare per vivere, poiché il lavoro per la necessità è un'attività da schiavi, che non nobilita nessuno, e che non ha nulla a che vedere con il libero arbitrio dell'uomo.
“Il lavoro per la necessità è uno strumento funzionale al potere, che lo utilizza per assoggettare le masse dell’umanità. Questo impedisce loro di pensare come esseri liberi, e di esprimere la loro creatività
”
Quando non ha la possibilità di scegliere come destinare le proprie energie fisiche o intellettuali, l’uomo diviene uno schiavo, in nulla diverso da quelli che nell'antichità eseguivano tutte o quasi le attività materiali, per consentire agli uomini liberi di mantenersi tali.
Il lavoro per la necessità è uno strumento funzionale al potere, che lo utilizza per assoggettare le masse dell’umanità.
Questo impedisce loro di pensare come esseri liberi, e di esprimere la loro creatività.
“Poiché la creatività e la libertà sono le due grandi nemiche del potere, quel modo di concepire le relazioni umane per cui c'è un sopra e un sotto, e sopra stanno alcuni uomini che decidono il destino e la vita di tutti coloro che stanno sotto. Quel potere che dovrà essere distrutto, affinché l'umanità riprenda il cammino della libertà e dell'autocoscienza”.
A questo proposito, vorrei condividere con voi le parole di Silvano Agosti ne “Il discorso tipico dello schiavo”
Tale reddito è possibile, perché “è falso che non ci siano le risorse, è falso che giustizia sociale ed economia di mercato non possano convivere, è falso che non ci possa essere una soluzione alla mancanza del lavoro”.
“Stanno barando, sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese. Un pugno di sordidi usurai sta conducendo un gioco al massacro per conservare i propri privilegi.
”
Ovviamente, per sostenere questa tesi, egli ci illustra il funzionamento della finanza ed il grande inganno che si nasconde dietro di essa e dietro alcuni totem che vengono presentati come indiscutibili da economisti, politici, sindacalisti e mass media.
Il PIL e il debito pubblico sono gli strumenti di questo enorme inganno, che hanno creato una società che privilegia ed arricchisce gli usurai e mortifica il lavoro, distrugge la creatività e genera schiavitù, produce ingiustizia e miseria ed occulta la ricchezza.
“Stanno barando, sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese. Un pugno di sordidi usurai sta conducendo un gioco al massacro per conservare i propri privilegi.”
Tale reddito è necessario, perché rende necessaria una grande riforma fiscale che liberi finalmente il lavoro e la produzione dal giogo dell'oppressione fiscale, per metterli definitivamente al servizio dell'uomo, della realizzazione dell'umanità di ciascuno.
I nostri cervelli sono imbottiti di idiozie ed opinioni propinateci dalla “sacra triade” di economisti, politici e mass media (con relativi sindacati al soldo), che tentano in tutti i modi di convincere i cittadini che il sistema economico imperante, sia l’unico possibile.
Non è vero.
Gli economisti, sacerdoti di questa novella religione, l’economia, incutono nelle masse un tal timore reverenziale, affinché ci sia la totale incomprensione del Verbo Economico.
Non fatevi sviare, in realtà non c’è nulla da capire circa questo circo dell’economia: i migliori, coloro che si rendono conto della pagliacciata, lo hanno denunciato e se ne sono allontanati disgustati, gli altri, di economisti, sopravvivono o prosperano da stimati professori universitari, collezionando riconoscimenti, cattedre e perfino qualche Nobel.
Pochi, però, hanno indagato seriamente sulle nefaste conseguenze di queste idiozie sull'umanità e su coloro che l'economia la vivono sulla propria pelle. Inoltre, se fate attenzione, siamo subissati in tutti i canali TV o giornali, di famosi “esperti” o “tecnici”, che sciorinano a nastro profezie puntualmente smentite.
“La società reale va avanti lo stesso, la gente continua a creare ricchezza, lavorando e sudando dalla mattina alla sera. Spesso, gli economisti ed i politici si sono arrogati il merito di aver ottenuto risultati miracolosi dall'applicazione delle loro ricette, scippandolo a coloro che effettivamente li avevano ottenuti, vale a dire i lavoratori e gli imprenditori che con la loro fatica e la loro fantasia hanno creato quel miracolo.”
Qual è la grande truffa perpetrata ai danni dei cittadini e dei lavoratori, costretti ad una vita da schiavi per arricchire un pugno di speculatori?
Bertold Brecht pone in bocca ad un personaggio dell'Opera da tre soldi: "E' più criminale rapinare o fondare una banca?"
Se leggerete questo libro, non avrete dubbi sulla risposta: è certamente più criminale fondare una banca che rapinarla e ne capirete le ragioni.
De Simone dichiara:
“Non crediate che abbia scoperto qualcosa di particolarmente difficile da trovare: la verità è una sola e soprattutto, è davanti agli occhi di tutti quelli che abbiano il desiderio di cercarla e non siano stati del tutto obnubilati dalle idiozie dei mass media.
La maggior parte delle considerazioni contenute in questo libro sono note da tempo, solo che pochi si sono presi la briga di metterle tutte assieme, e quei pochi che l'hanno fatto non sono mai stati presi sul serio dal conformismo degli economisti e dall'ignoranza indotta nella gente dai mass media.
Gli uomini e le donne delle passate generazioni hanno creato la società più ricca che abbia mai visto la luce sulla faccia della terra.
Mai, come in questo secolo, l’umanità è stata così vicina alla liberazione dal bisogno economico, mai c’è stata una tale abbondanza e varietà di beni per tutti i cittadini (almeno in Occidente).
Rispetto all'inizio del secolo siamo enormemente più ricchi. Le macchine ormai hanno invaso ogni settore della produzione e liberando gli uomini dalla fatica fisica rendono il lavoro sempre più immateriale e creativo.
Perché, stranamente, viviamo tutti poco meglio rispetto agli uomini dell'inizio del secolo, e certamente viviamo peggio rispetto a quelli di venti anni fa?…”
Riporto, prima di linkarvi l’indirizzo dal quale potete scaricare gratuitamente il libro, una metafora riportata nel libro stesso:
“Se decidete di farvi per pranzo un piatto di pasta, dovrete, per prima cosa, mettere sul fuoco una pentola con dentro l'acqua ed aspettare che cominci a bollire.
Nel frattempo, vostra moglie sta preparando la pasta che dovrete mettere nella pentola, e i vostri figli apparecchiano la tavola. Se avete molta fame vi converrà alimentare il fuoco, di modo che l'acqua bolla con maggiore rapidità.
Per una nota legge della fisica, l'incremento della fiamma comporterà un'accelerazione del processo di riscaldamento fino al momento in cui l'acqua bolle. Da quel punto in poi ogni aumento della temperatura è energia sprecata.
Se vi mettete a cincischiare sul sistema migliore per riscaldare rapidamente l'acqua, o ancora peggio, vi mettete a pensare se sia meglio usare la legna, o il gas o il fornello elettrico, e non accendete il fuoco, è altamente probabile che vostra moglie, dopo un poco, utilizzi il mattarello con cui sta facendo la pasta per darvelo in testa, dato che i vostri figli si sono messi a protestare rumorosamente la propria fame.
Il nostro sistema sta esattamente a questo punto.
Un gruppo di composti signori, discute animatamente su quale sia il combustibile migliore da usare. La destra preferisce la legna, più tradizionale. La sinistra il fornello elettrico, più ecologico. Il centro oscilla tra il gas e il petrolio a seconda delle alleanze e delle preferenze (il gas è più di sinistra, dato che viene dalla Russia, e il petrolio più di destra per via delle società petrolifere. Però il gas è pure di destra, e il petrolio è anche legato ai paesi arabi emergenti...).
Nel frattempo altri signori, banchieri ed economisti, ci dicono che c'è troppa energia per il fuoco che è necessario per far bollire l'acqua e che è il caso di risparmiarla per far durare il fuoco più a lungo.
Ci dicono anche che dobbiamo risparmiare acqua, dato che nella pentola essa sta diminuendo e questo è un pericolo per tutti, dato che quando si getterà la pasta, si rischia che non tutta possa essere cotta. Insomma, ogni tanto la discussione degenera, con lancio di tizzoni ardenti da una parte e spruzzate di gas dall'altra, mentre, nel frattempo, l'acqua nella pentola bolle ma nessuno alza il coperchio.
Intanto, la moglie, ovvero la classe produttrice, sta preparando la pasta per il pranzo di tutti e continua ad accumulare sporte del prodotto in attesa del pranzo, mentre i figli, ovvero le nuove generazioni, apparecchiano la tavola, preparando se stessi ad entrare nel mondo della produzione. Vi sembra irragionevole che la nostra signora perda la sua enorme pazienza e si irriti oltre misura dato che, non solo vede il frutto del proprio lavoro inutilizzato, ma sente sempre di più i morsi della fame? Se decidesse di utilizzare lo strumento del proprio lavoro, il mattarello, per sgomberare l'assembramento intorno alla pentola e alimentare il fuoco per conto suo, non importa se con la legna o con il gas, pur- ché si mangi, vi sembrerebbe strano?
Abbiamo accumulato molta ricchezza prodotta dalle nostre classi produttrici, e abbiamo così tanta energia che l'acqua nella pentola sta bollendo già da molto tempo.
Ma il sistema politico sta ancora discutendo su quale sia il sistema migliore per alimentare il fuoco della produzione, mentre i signori del sistema finanziario ci inducono a lesinare sull'energia e sull'acqua, che poi usano per farsi il bagno in piscina e ci nascondono il fatto che nella pentola diminuisce perché l'acqua sta bollendo da tempo.
Nessuno alza il coperchio della pentola, ma tutti sanno che l'acqua lì dentro bolle e che se gettassimo la pasta, tutti noi avremmo, dopo tanto lavoro, il meritato pranzo. E' arrivata l'ora di prendere il mattarello, e massaggiare la dura cervice di quelli che si affannano a tenere il coperchio chiuso per la tutela dei propri interessi.
Non se né può più dei tramezzini stantii e degli aciduli aperitivi che il sistema ogni tanto distribuisce, per far passare per un poco i morsi della fame. E' arrivato il momento del pranzo.
Questa metafora ci dà l'idea del punto in cui siamo.
La nostra società ha prodotto molta ricchezza che, a sua volta, è in grado di continuare a produrne dell'altra in misura crescente e sufficiente per le necessità di tutti.
Questa ricchezza è rappresentata dal denaro sotto le diverse forme che nel frattempo sono state create e che sono tutte rappresentative di ricchezza attuale e non più di ricchezza potenziale.
Questa ricchezza sta lì in attesa che qualcuno la utilizzi e rischia di marcire se non viene utilizzata.
Se non mangiamo la pasta, infatti, questa dopo un po’ marcisce e rischia di lasciare tutti noi senza cibo e stanchi per il duro ed inutile lavoro effettuato.
Il rischio è, infatti, quello di una crisi finanziaria devastante, che potrebbe affacciarsi da un momento all'altro sulla scena mondiale.
Per questo dobbiamo liberare il sistema dalla stupidità della politica e dall'avidità dei banchieri, affinché sia possibile far godere a tutti della ricchezza accumulata e di quella che verrà prodotta in quantità sempre maggiori.
Scoperchiare la pentola e buttare la pasta è il Reddito Universale di Esistenza.”
Parole profetiche, se pensiamo che De Simone ha scritto il libro 15 anni orsono.
Buona lettura.
http://domenicods.files.wordpress.com/2009/04/8882101711.pdf
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Michele Bastanzetti
25/01/2014 - 18:51
ET VOILA'
ET VOILA', signore e signori, ecco a voi la ricetta che la Sig.ra auspica per l'Italia!
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Politicamente Scorretto
26/01/2014 - 8:57
C'è qualcuno che mi fa un sunto?
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Francesca Salvador
27/01/2014 - 11:48
ECONOMIA E FELICITA'
e lascia stare 'ste aspirine! ;-)
Io non faccio testo, a suo tempo ho letto questo libro, per nulla complicato e molto scorrevole in un paio di notti, ma ieri mi hanno telefonato o scritto via mail almeno una decina di persone che l’hanno “divorato” e con le quali ho trascorso qualche ora in piacevoli conversazioni costruttive, anche se, ovviamente alcune opinioni erano discordanti.
Non so se sto prendendo un abbaglio, ma credo che tu abbia l’età dei miei figli.
E’ LA VOSTRA GENERAZIONE AD ESSERE SENZA SPERANZA, se non cambiamo il sistema. Guardati intorno, disoccupazione, suicidi, sempre più miseria. In pochi anni coloro che vivono al limite della soglia di povertà sono passati da un milione e mezzo, ad oltre quattro! E non sto parlando di gente che ahimè non riesce a comprarsi l’ultimo I-phone, ma di famiglie che non si scaldano d’inverno.
Io sono nata nel 1960 e quando sono entrata assai precocemente nel mondo del lavoro, avevo molte prospettive e possibilità di scelta.
Ora, per i miei quattro figli le cose sono assai diverse. Laurea o non laurea, si è costretti ad accettare qualsiasi lavoro (e fin qui va bene, poiché tutti i lavori sono dignitosi).
Quello che trovo assurdo è che, ci siano schiere di giovani e non, che lavorano, quando gli va bene per sei euro netti l’ora.
Fai un po’ i conti della serva e vedrai che, tolte le spese per raggiungere il posto di lavoro, non arrivano a mille euro al mese. E se hai un lavoro part-time arrivi a malapena a seicento.
Questo per i fortunati, perché ci sono anche i call-center…
Ma come fate a costruirvi un futuro? A formare una famiglia? A pensare di mettere al mondo dei figli?
E ancora c’è chi, masochisticamente non solo è contento del sistema, ma pure lo difende! Cercando di ricacciare a suon di “botte verbali” coloro che cercano di uscirne. Non sai a cosa mi riferisco??
Ecco qui…
http://www.youtube.com/watch?v=wRAe4kVA70w
non ti fa pensare???
Inserisco uno stralcio del libro, molto interessante
“Non si può togliere dal sistema economico la realizzazione del profitto per la semplice ragione che, facendolo, non esisterebbe più alcuna produzione economica, come è stato drammaticamente dimostrato dalla sorte dei paesi dell'est europeo.
La produzione deve essere economica, altrimenti diventa uno strumento di distruzione e non di creazione di ricchezza. La stessa distorsione logica che induce a calcolare nel PIL la produzione fisica e non quella economica, è alla base della considerazione che possa esistere un sistema di produzione che non tenga conto dell'economicità della produzione e quindi della realizzazione del profitto.
La testa degli imprenditori, quindi, è necessariamente legata al profitto. Ma ciò non significa affatto che essi non possano svolgere una funzione sociale essenziale, se la destinazione di quel profitto è rivolta alla crescita del sistema economico.
La maggior parte degli imprenditori che ho conosciuto, non sono affatto animati dal desiderio di arricchimento personale, almeno non principalmente. Il loro obiettivo è quello di costruire qualcosa che gli dia la sensazione di aver lasciato un segno.
La maggior parte dei lavoratori cerca nel lavoro la propria realizzazione, anche se è costretto dalla necessità a vivere il lavoro come una schiavitù.
Il RdE libererà entrambi dall'obbligo di essere gli uni oppressori e gli altri oppressi e creerà le condizione per la costituzione della società dei produttori, nella quale operai e datori di lavoro saranno alleati.
Entrambi hanno interesse all'introduzione del RdE, perché è quella l'unica via per salvare il mondo della produzione, che appartiene ad entrambi, contro L'INVADENZA E LA SOPRAFFAZIONE DEL MONDO DELLA FINANZA.
Allo stesso tempo il RdE consente di superare le contrapposizioni all'interno dei luoghi di produzione, e di trasformare un rapporto di sfruttamento e di oppressione in un contratto tra uomini liberi.
Come il costruttore di Ibsen, l'imprenditore ha, in genere, l'obiettivo di arrivare per primo sulla cima dell'edificio che ha costruito. Nel racconto del drammaturgo norvegese, il costruttore, raggiunto il suo obiettivo, per il quale sacrifica tutto il resto, non ha più scopi nella vita, e finisce per cadere, forse volontariamente, dal palazzo che ha costruito. Insomma, lo stesso spirito che spinge tutti coloro che vogliono realizzarsi per mezzo della propria attività, cosa che non ha nulla a che vedere con l'etica del lavoro.
Molti, sono animati dalla ricerca del denaro per il potere, e questo, giustamente, suscita molta indignazione. Il denaro di decumulo disinnesca la funzione di garante del potere che ha avuto fino ad ora il denaro, e farà emergere la sua funzione d'accumulazione per l'investimento economico. E con questa la funzione di servizio che devono avere le imprese.
L'introduzione del RdE e la riforma fiscale, genererebbero una domanda globale crescente, che è il presupposto per ottenere una crescita equilibrata del sistema. Abbiamo visto, infatti, che la flessibilità si riflette soprattutto sull'offerta di beni e sulla loro composizione. La flessibilità della produzione rende superflua la ricerca dell'equilibrio tra domanda ed offerta di beni, che è stata la principale preoccupazione degli economisti dell'ottocento. Questo equilibrio viene raggiunto dal sistema per mezzo di strumenti di aggiustamento ben più efficaci di quelli di cui disponevano i nostri predecessori.
Al contrario, una domanda stagnante di beni di consumo, si riflette in una contrazione della produzione di beni d'investimento ed in una sostanziale recessione.
E' quindi necessario, puntare decisamente ad un incremento della domanda di beni e allo stesso tempo favorire la massima flessibilità della produzione.
Il RdE risponde ad entrambi questi requisiti. Per suo tramite, infatti, si stimola la domanda di beni di consumo, e quindi la domanda globale, e si ottiene l'effetto di garantire la massima flessibilità senza costi sociali e senza conseguenze sulla domanda.
CAPITALISMO E REDDITO DI ESISTENZA
Gli americani dicono che una nuova tecnologia deve avere dieci vantaggi sulla vecchia per poterla sostituire. Come dire che è difficile sradicare le vecchie abitudini e, finché una vecchia macchina funziona, non si può pensare di convincere il proprietario a sostituirla con quella nuova, a meno che il suo uso non sia enormemente più vantaggioso. Fu così per l'energia elettrica, che sostituì il gas nell'illuminazione pubblica e il petrolio e la cera in quella privata, poiché era molte volte più vantaggiosa. Ciononostante, ancora oggi, una cena è romantica se è fatta al lume di una candela.
Il RdE e il denaro di decumulo (o la fiscalità monetaria) creano un sistema che ha almeno dieci vantaggi sul sistema fiscale e previdenziale precedente. Questo sistema infatti:
I. Libera gli uomini dalla schiavitù del lavoro, senza mortificare la personalità di coloro che lo ricevono, dato che è universale e viene erogato a tutti.
II. Risolve il problema della mancanza del lavoro e delle diseguaglianze sociali più evidenti.
III. Risolve il problema della povertà consentendo a tutti i cittadini di vivere dignitosamente secondo le proprie aspirazioni.
IV. Diminuisce il tasso di criminalità della società: le attività delittuose non potranno più giustificarsi con la necessità di procurarsi da vivere.
V. Rende i cittadini più responsabili e quindi più liberi e consapevoli.
VI. E' un forte stimolo per le attività creative e di solidarietà, con beneficio per tutta l'umanità.
VII. Il prelievo fiscale è praticamente inevadibile, o quanto meno, comporta un tasso di evasione fiscale sostanzialmente irrilevante rispetto alle dimensioni in gioco. Allo stesso tempo il prelievo è certamente progressivo e proporzionato alla effettiva ricchezza di ciascun contribuente.
VIII. Pone un freno alle attività speculative sgonfiando progressivamente la bolla speculativa che si è creata nel mondo finanziario, ma allo stesso tempo, non inibisce l'attività finanziaria.
IX. Dirotta capitali speculativi verso attività di investimento e di produzione incrementando la ricchezza di tutti.
X. Stimola la domanda globale di beni di consumo ed ha effetti positivi su quella di beni d'investimento.”
Un caro saluto,
Francesca
P.S. Ho visto che stai intavolando con Daniele un discorso di felicità e salute.
Ho già pronto il prossimo post che parlerà proprio di questo, ed altri seguiranno , con i vari casi di guarigione.
ho assistito personalmente alle vicende di persone che hanno eliminato totalmente i farmaci, anche in casi di malattie molto invalidanti.
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Daniele Berti
25/01/2014 - 19:33
Forse non è tutta colpa dei banchieri
Tutti coloro che si occupano seriamente della cosa concordano sul fatto che che se il denaro non fa la felicità la miseria non aiuta. Secondo una recente indagine di Oxfam, una ONG che cerca di debellare la povertà, 85 persone (avete letto bene ottantacinque persone) posseggono una ricchezza paria a quella di 3.500.000.000 (tremiliardi e cinquecentomila persone) vale a dire alla metà della popolazione mondiale che sta morendo di fame.
Questo è lo stesso processo che si verifica con i tumori che, pur non avendo alcuna funzione vitale, continuano ad appropriarsi di tutti i nutrienti indispensabili agli organi per il loro corretto funzionamento e così in breve tempo portando alla morte l'organismo che lo ospita il tumore si suicida.
Se noi consideriamo il pianeta sul quale viviamo è un'organismo composto da miliardi di cellule rappresentate da tutti gli esseri viventi del pianeta vediamo che ci sono cellule sane che operano per il benessere dell'organismo e ci sono cellule impazzite che si apprpriano di quanti più nutrienti possibile togliendo ogni possibilità di vita alle altre cellule.
Ma evidentemente e non solo ai banchieri questa strategia del tumore piace molto.
Ahh sempre Aristotele diceva che per imparare ad essere felici bastano solo un po' di studio e un po di applicazione e che quindi la felicità è alla portata di tutti, a meno che non si sia inabili alla virtù.
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Michele Bastanzetti
26/01/2014 - 6:47
COS'E' LA FELICITA'?
Anche lei ritiene semplicistico, Berti, dire che le scandalose disparità economiche fra i terrestri dipendano dai banchieri. Giusto ! che non funziona è la politica (zoòn politikòn), dalla quale dipende in prima istanza il nostro vivere sociale; ma evidentemente quanto accade sul pianeta azzurro è il meglio che l’uomo sia riuscito a realizzare al netto dei bei princìpi. Ovvio che, se qualche ILLUMINATO/A ci esponesse qual è la via concreta (compresa indicazione di voto alle prossime elezioni) per risolvere il problema dell’ ingiustizia mondiale, gli saremmo tutti grati.
PS: Pare che Aristotele sia stato precettore di Alessandro Magno. Un tipetto impegnato, con “studio e applicazione” direi, a dominare il mondo tramite la spada più che all’ abbattimento delle ingiustizie. Ebbe un cattivo maestro?
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Daniele Berti
26/01/2014 - 13:41
Cos'è la felicità?
Poi per quanto riguarda Alessandro Magno ti dirò che nonostante i grandi maestri a volte ci volte ci sono anche dei cattivi allievi e senza andare molto lontano basta pensare alle stragi che sono state fatte un tutto il mondo per cristianizzare gli infedeli.
Ritengo che la figura del Cristo, che sia esistita o meno, rappresenti la figura di un grande maestro ma questo non ha impedito che molti di coloro che si dicevano suoi fedeli discepoli abbiano compiuto orrende carneficine e di sicuro, fino a non molti anni fa e forse anche oggi, sono stati sostenitori di coloro che le compivano.
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Michele Bastanzetti
26/01/2014 - 17:00
DE FELICITATE
Circa la felicità, il mio principio-guida mutuato dai nostri Veci è: “Contentàrse de quel che se ha ed esserne riconoscenti”. Massima non certo generalizzabile; vedi il caso del bambino che non abbia neanche quel pugno di riso per arrivare a sera, o di chi è affetto da una grave malattia o di chi ha perso il lavoro e in moltissime altre eccezioni. Dubito che in casi come questi la frequentazione della Palestra della felicità, cui auguro comunque successo, possa sevire a molto.
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Daniele Berti
26/01/2014 - 20:30
Non pensate che io sia venuto a metter pace sulla terra
E a proposito de La Palestra della felicità sono felice di dirti che chi ha avuto il coraggio di frequentare La Palestra della Felicità è già da un po' di tempo che non prende più farmaci indispensabili per malattie considerate inguaribili e continua a godere di ottima salute.
Qualcuno dirà che sono casi unici e che non vanno create illusioni e io potrei dire che scientificamente sono il 100% di coloro che hanno provato se poi la gran parte delle persone preferisce continuare ad imbottirsi di farmaci per continuare a stare male è libero di farlo.
Uno delle sole 4 regole per esserefelici è quella di assumersi la responsabilità delle proprie azioni però siccome di solito siamo impegnati a fare un sacco di cose che servono soltanto ad allontanarci dalla felicità., allora per qualsiasi problema siamo pronti a pagare lo specialista di turno che ci offre i suoi bei prodotti ... e questa cosa mi ricorda un po' i mercanti del tempio
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Politicamente Scorretto
26/01/2014 - 21:21
Molto interessante
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Daniele Berti
26/01/2014 - 23:33
Eh si è molto interessante.
Non sono idee mie nè fantasie new age, ma c'è una branca della scienza medica, purtroppo ben poco nota, che si chiama psico-neuro-endocrino-immunologia che studia queste cose nei laboratori e i risultati ribaltano completamente una certa visione della medicina nostrana. Fatto sta che di queste cose non se ne parla, molto meglio comprare milioni di dosi di vaccini, curare i tumori con agenti cancerogeni, tenere sotto controllo le malattie cardiache con le statine e il diabete con l'insulina così almeno si da da lavorare ad un bel po' di persone e se poi ci sono degli effetti collaterali, nessun problema anche per quelli ci sono i farmaci e per fortuna, anche se con tutti questi farmaci non guarisce mai nessuno è anche vero che si vive molto di più e così si possono consumare ancora più farmaci.
Ora non intendo dire che i farmaci siano sempre tutti e del tutto inutili ma certamente in certi casi sono addirittura dannosi mentre in molti altri, in breve tempo si possono del tutto eliminare ma sembra che questa cosa non interessi a nessuno.
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MarcoM
26/01/2014 - 11:50
Siamo, insieme alla Grecia, l
Per forza: votiamo da 30 anni i soliti noti.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/24/reddito-di-cittadinanza-reddito-garantito-litalia-in-ritardo-sul-nuovo-welfare/673779/
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Michele Bastanzetti
26/01/2014 - 13:59
DICCI CHI !
Circa il reddito di cittadinanza è del tutto ovvio che finché abbiamo un debito pubblico di 2000 mld, e non c'è nessuna inversione di tendenza in merito e neppure nel fabbisogno dello Stato, sarebbe da folli stampare altri titoli di Stato per concederlo. Che facciamo, pignoriamo il colosseo per avere il denaro (dai banchieri, s'intende...) che servirebbe?
PS: che mi dici dell' Argentina e del crollo della utopia dell' autarchia monetaria che ti piace tanto?
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Daniele Berti
26/01/2014 - 20:34
Pignoriamo il Colosseo???
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Francesca Salvador
27/01/2014 - 12:00
ATTENTO :-)
Daniele,
ATTENTO A NON BRUCIARMI I PROSSIMI POST, se nò me inrabie ;-) (e dòpo me tòca vegnèr a rider tutte le sere.... par tirarme su)
tu sai benissimo come si recuperano, conti della serva alla mano, i soldi necessari al reddito di esistenza, infatti hai assistito per ben quattro volte all'incontro de "L'altra faccia della moneta"
Non servono nè titoli di stato nè altro.
Siamo sempre disposti a condividere informazioni... solamente se le persone sono "sinceramente" e non "polemicamente" interessate.
"una buona giornata con una sana risata"
(come che dìs sempre un mè amigo)
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Francesca Salvador
27/01/2014 - 15:40
PER PIERO
ho sorriso alla tua battuta, ma ne approfitto per una riflessione.
Secondo te, se in Italia ci fosse la piena occupazione e la piena produttività delle aziende, chi NON ne sarebbe contento?
Chi dovrebbe rinunciare ai propri privilegi?
Chi sarebbe costretto a cambiare lavoro?? ;-)
A buon intenditor....
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Michele Bastanzetti
27/01/2014 - 12:56
TITOLI DI STUDIO
PS: Ma lei è la Sig.ra, così per inciso e prima di approfondire il dibattito, volete pubblicamente dirci quali titolo di studio avete in campo medico?
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Daniele Berti
27/01/2014 - 16:47
Titoli di studio
Comunque, a quanto mi risulta, i titoli di studio in campo medico servono per fare delle diagnosi, per ordinare farmaci e per eseguire interventi, io non faccio nulla di tutto ciò, mi limito ad esprimere le mie opinioni e ad insegnare alle persone ad essere felici poi, se stanno anche meglio di salute, spero che questa cosa non si configuri come reato.
Riguardo al fatto che anche quando ci si rompe una gamba ci sono delle sicure motivazioni di ordine psicologico lo ha detto un medico chirurgo, psichiatra, psicoterapeuta con un pacco di lauree e di diplomi di specilizzazione purtroppo il fatto che io concordi con questa opinione non mi permette di fare sfoggio di altrettanti titoli di studio, ma sono felice lo stesso.
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Michele Bastanzetti
27/01/2014 - 20:23
CUGINO PSICHIATRA
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Politicamente Scorretto
27/01/2014 - 22:14
Maledette biciclette moderne
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Francesca Salvador
27/01/2014 - 23:12
PER POLITICAMENTE SCORRETTO
e ora a quanto pare sta dilagando la moda delle bici senza freni :-)
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Daniele Berti
27/01/2014 - 17:00
Titoli di Studio
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Francesca Salvador
27/01/2014 - 17:21
:-)
buona serata con una bella risata!
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Michele Bastanzetti
27/01/2014 - 19:57
LAUREA AUTOCONFERITA
Mejo de Pico De Paperis!
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