Conegliano: "Il cantiere di Piazza Carducci potrebbe durare due anni"
Lo annuncia Maurizio Gibin, presidente di Ascom. "Le attività commerciali e artigianali, soprattutto le più esposte, possono reggere un disagio massimo per 10-12 mesi"
CONEGLIANO - “Piazza Carducci resta al centro delle nostre preoccupazioni, ma anche delle nostre strategie e della nostra unitarietà per mantenere un dialogo franco e aperto con la pubblica amministrazione”. A parlare è Maurizio Gibin, presidente della delegazione Ascom-Confcommercio di Conegliano. “La formula partecipativa è di assoluto rilievo” - conferma Gibin –. Infatti per poter portare le nostre osservazioni al progetto ci siamo avvalsi di autorevoli collaborazioni tecniche, e - cosa non trascurabile - tutte le categorie si sono ritrovate unite nel processo di confronto e condivisione: Ascom, insieme a Confartigianato, CNA, Artigianato Trevigiano, con l’appoggio di Confesercenti, è infatti concorde nel ritenere questa piazza strategica per rendere Conegliano ancora più attrattiva, soprattutto in ottica turistica e produttive. Rappresenta il biglietto da visita di una città che sta cambiando e si sta aprendo a nuove realtà ed esperienze”.
“Proprio per questo motivo - prosegue Gibin – nella riunione è emersa la necessità di gestire al meglio la fase che ci aspetta e che coinvolge sia le attività della piazza che delle vie adiacenti. Con le Associazioni le idee sono molto chiare: l’impatto del lungo cantiere va mitigato e gestito, potrebbe durare due anni. Chiediamo già ora e continueremo a chiederemo di costruire e condividere una sorta di regolamento che possa prevedere lavori a stralci, tenendo conto dei periodi di punta per lo shopping, adeguate comunicazioni e penali per il mancato rispetto dei tempi. Dal nostro sondaggio interno è emerso che le attività commerciali e artigianali, soprattutto le più esposte, possono reggere un disagio massimo per 10-12 mesi: se questo dovesse essere superato, ci sarà più di qualcuno che pensa di chiudere o di cambiare location, di uscire dal centro e di trasferirsi in zone periferiche ad alto passaggio come la Pontebbana. E sarebbe una gran perdita per la città e l’economia del centro cittadino”.
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