Conegliano, Teatro Accademia: "La riapertura è in salita"
Il teatro è finito sotto i riflettori di una troupe milanese, che lo ha scelto come prestigiosa location per un videoclip
CONEGLIANO - Il decreto del Governo ha permesso ai teatri di riaprire il 26 aprile scorso. Ma per quelli privati come il Teatro Accademia, che hanno limitato accesso ai finanziamenti pubblici, la ripartenza è in salita. “Le nuove condizioni previste dal governo, come il limite di persone presenti in sala e il coprifuoco alle 22, insieme agli elevati costi per ottemperare ai protocolli, ci rendono molto difficile riaprire subito, volendo noi mantenere il livello di rappresentazioni che siamo soliti offrire ai nostri spettatori”, spiega Fabrizio Lante, presidente di Accademia srl, società che gestisce il teatro di Piazza Cima.
“Ormai siamo al termine della stagione teatrale, che normalmente si svolge tra ottobre a maggio”, continua Lante. La direzione artistica è comunque già al lavoro per riprogrammare le serate, e sta verificando la sostenibilità di una riapertura contingentata. “Garantire quanto prima il prosieguo dell’attività di uno dei principali punti di riferimento culturale del territorio resta una delle nostre priorità”, dice Giorgio Fabris, amministratore e direttore artistico del teatro.
Intanto l’Accademia è finito sotto i riflettori di una troupe milanese, che lo ha scelto come prestigiosa location per un videoclip. Il milanese Francesco Ferraro, neolaureato all’Accademia delle Belle Arti di Brera, ha scelto come tema per la sua tesi “La storia della luce nel teatro”. Il cortometraggio “Luce, protagonista attiva della scenografia”, è stato girato da un team di sette persone proprio all’ombra del pronao del teatro.
Ferraro è nipote d’arte: il nonno paterno era infatti il tenore Pier Miranda Ferraro, partito da Altivole e celebre nell’epoca d’oro dell’opera grazie a una delle voci migliori della lirica italiana. La nonna materna era invece Maria Elisa Fabris, già proprietaria del Teatro Accademia. E proprio a lei e al suo amore incondizionato per il Teatro Francesco ha voluto dedicare la sua tesi.