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31 gennaio 2025

Nord-Est

Confesercenti, in Regione nel 2022 diminuiscono le imprese

Dai dati emerge che anche il settore degli alloggi e della ristorazione, che negli ultimi dieci anni ha avuto una progressiva crescita, sia dal 2022 in una fase, seppur ancora contenuta, di decrescita

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Confesercenti, in Regione nel 2022 diminuiscono le imprese

VENEZIA - In Veneto il post pandemia non ha visto la ripartenza del commercio, che al 31 dicembre 2022 erano 93.321, -2.514 rispetto al dicembre 2021. La stima è stata fatta da Confesercenti regionale, su dati Infocamere. Nel settore alloggi e ristorazione, al 31 dicembre 2022 le aziende venete erano 29.767 (-558). Per quanto riguarda le province, a Venezia le imprese del commercio da 16.212 ora sono 15.790 (-422), le attività alloggio e ristorazione erano 7.327 e sono 7.218 (-109); a Padova nel commercio si è passati da 21.221 a 20.609 (-612) e per ristorazione e alloggi da 4.595 a 4.484 (-111); a Rovigo nel commercio da 4.562 a 4.428 (-134); ristorazione e alloggi da 1.454 a 1.398 (-56); a Verona nel commercio da 18.232 a 17.603 (-629); ristorazione e alloggi da 6.388 a 6.299 (-89); a Vicenza nel commercio da 16.581 a 16.364 (-217); ristorazione e alloggi da 4.471 a 4.380 (-91).

Dai dati emerge che in Veneto anche il settore degli alloggi e della ristorazione, che negli ultimi dieci anni ha avuto una progressiva e costante crescita confermandosi un settore forte, sia dal 2022 in una fase, seppur ancora contenuta, di decrescita. Per Cristina Giussani, presidente di Confesercenti Veneto "la ripartenza post-pandemia non è riuscita a infondere nuovo slancio alle piccole imprese del commercio al dettaglio. Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato dominato da grandi gruppi e giganti dell'online, è sempre più difficile, come è evidente dal calo delle nuove aperture, inferiore addirittura all'anno della pandemia. A rischio c'è il pluralismo del sistema distributivo e il servizio ai cittadini. Occorre aiutare le piccole superfici di vendita a inserirsi nel mercato e a restarci. Innanzitutto, puntando di più sulle politiche attive, a partire dalla formazione imprenditoriale e dal tutoraggio delle start-up da parte delle associazioni di categoria. Ma servirebbe una spinta anche sul piano fiscale - conclude - con un regime agevolato per le attività di vicinato".

 


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