Coronavirus: a bighellonare in giro per Treviso, denuncia per una decina di ragazzi
Pizzicati dai carabinieri: non hanno saputo fornire una giustificazione valida per i loro spostamenti
| Matteo Ceron |
TREVISO – Passeggiavano tranquillamente per strada senza avere in realtà un vero motivo per spostarsi da casa e senza avere necessità impellenti. Per questo una decina di ragazzi dovrà fare i conti con una denuncia penale per non aver rispettato le prescrizioni previste dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emesso per limitare la diffusione del coronavirus.
Si parla di ragazzi sui diciott’anni, i carabinieri che ieri stavano effettuando servizi per strada proprio per verificare il rispetto delle disposizioni hanno capito immediatamente che di fatto erano in giro a bighellonare. Hanno quindi richiesto dove stessero andando e perché, ma i giovani non hanno saputo rispondere motivando in maniera valida i loro spostamenti, per questo sono state formalizzate le denunce.
Il decreto consente di effettuare spostamenti solo se “motivati da comprovate esigenze lavorative (non più indifferibili) o situazioni di necessità o per motivi di salute che vanno dimostrate”. Se non si riesce a dare una giustificazione valida al fatto di trovarsi in giro si viola l’articolo 650 del codice penale, che può prevedere anche l’arresto fino a tre mesi, oppure un’ammenda di poco più di duecento euro.
Per i ragazzi in questione, fermati dai carabinieri a Treviso ed in vari punti della provincia, non è scattato l’arresto, ma dovranno comunque fare i conti con le conseguenze di questa violazione.
Ieri è stato sanzionato anche il titolare di un bar a Conegliano per non aver garantito la distanza minima di almeno un metro tra i clienti presenti nel locale.