Cosa potrebbe diventare Prato della Fiera?
Fondazione Benetton presenta i risultati dello studio dell'area
| Isabella Loschi |
TREVISO - A partire dalla storia di Prato della Fiera e del suo contesto urbano e paesaggistico, Fondazione Benetton con un gruppo di lavoro ha ragionato sugli assetti attuali, sugli usi e sulle forme di cura di questo luogo emblematico, nel quale la città s’interroga sul ruolo che il paesaggio occupa e dovrà occupare nella costellazione dei suoi spazi di vita collettiva. Venerdì 21 ottobre alle 17, nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, la Fondazione Benetton Studi Ricerche, in collaborazione con il Comune di Treviso, presenterà alla città i risultati del workshop dedicato al Prato della Fiera di Treviso svoltosi a giugno.
Il lavoro si è sviluppato seguendo una scansione metodologica che ha seguito tre principali momenti di riflessione: “leggere quel che c’è”, “nutrire il possibile”, “immaginare il cambiamento”. Con queste tre angolazioni si è indagato ogni aspetto del luogo, dalla sua ricca articolazione paesaggistica alla singolare configurazione urbana, fino alla straordinaria ricchezza di valori sociali e culturali. Da questo lavoro è parsa inutile la ricerca di una forma disegnata o l’adozione di semplici strategie di controllo funzionale del luogo. Si sono invece aperti scenari e proposte di lavoro che, in base ad alcune opzioni concrete di modificazione fisica, possono dar vita a un processo di nuova vita e di azioni che costituiscono da sempre il significato più denso di questo spazio pubblico da sempre chiamato Prato.
Il gruppo di lavoro illustrerà le proposte avanzate, incentrate rispettivamente sulle nature del luogo, le forme della città e le azioni da intraprendere per il Prato “in fieri”, sede di un processo in divenire che risponde a nuovo desiderio di socialità, a una nuova accezione di vita collettiva. Luogo nel quale sembra opportuno lavorare per innescare processi e rispettare le diverse stratificazioni e non per disegnare nuove forme prestabilite.