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29 novembre 2024

Treviso

Dipendenti che salvano l'azienda e il posto di lavoro diventando cooperativa

Si chiamano "“workers buy out” e la Legacoop li sta incoraggiando. Mirko Pizzolato, direttore veneto: "Piccole e medie imprese del settore manifatturiero possono evitare il fallimento".

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Dipendenti che salvano l'azienda e il posto di lavoro diventando cooperativa

TREVISO - AAA: Generazione post Covid che salvi le aziende cercasi. Se molte sono le imprese messe in ginocchio dalla pandemia, non sono poche quelle che rischiano la chiusura definitiva. E quando il blocco dei licenziamenti avrà termine lo scenario critico si svelerà in tutta la drammaticità. Soprattutto qui nel Veneto, il cui tessuto produttivo è costituito principalmente dalle piccole e medie imprese con titolari ormai molto prossimi alla quiescenza. Diversa la storia per i dipendenti, condannati a una disoccupazione chi lo sa quanto lunga. A meno che non si prenda il coraggio a due mani, investendo sui (in inglese): “workers buy out”. Tradotto: imprese recuperate. Da tempo a occuparsene è la Legacoop. Il direttore veneto è di Castelfranco, Mirko Pizzolato.

Di che cosa si tratta?

E’ un fenomeno di nicchia che ultimamente comincia però a prendere piede che vede protagoniste quelle piccole o medie aziende tradizionali, con sei o otto dipendenti, del settore manifatturiero: arredi in legno, abbigliamento, caldaie…

Che devono chiudere…

Perché sono in crisi per diversi motivi: gestionali, finanziari, di mercato. Si arriva al fallimento concordato. L’esito è immaginabile: l’azienda chiuse, i dipendenti perdono il lavoro e vengono disperse esperienze e competenze.

Ma il destino potrebbe non essere segnato, vero?

La Legacoop ha creato il modello chiamato “workers buy out” che in realtà è previsto già dalla Legge Marcora del 1985 che consente ai dipendenti di costituirsi in cooperativa, mettendo a capitale della stessa l’indennità di disoccupazione che spetta a ciascuno.

Per fare che cosa?

Per assumere la responsabilità della gestione di impresa.

Detta così sembra anche fattibile…

Le difficoltà invece non sono poche: cominciare a gestire una azienda da un giorno all’altro non è semplice. Poi ci si mettono magari anche le banche

Le banche?

Osservano spesse volte con sospetto perché parliamo di aziende che prima di trasformarsi in cooperative erano sull’orlo del fallimento. Noi di Legacoop però ci siamo per offrire tutto il supporto che è necessario.

Concretamente?

Ad esempio raddoppiando anche il capitale iniziale per l’acquisto dell’impresa o di rami di azienda. A una condizione…

E sarebbe?

Che il prodotto realizzato sia richiesto dal mercato. Realizzare cassette Vhs nel 2021, è un problema evidentemente. Se valutiamo che invece esistono le condizioni, ci affianchiamo all’impresa per almeno tre anni.

In provincia di Treviso quante aziende sono state salvate trasformandosi in cooperative?

Manco una, al momento. Due a Padova; altrettante a Vicenza e a Venezia. Aziende manifatturiere soprattutto.

Perché a Treviso ancora nessuna?

Perché la Marca ha una vocazione nella vocazione: a Treviso sarà più facile favorire i cosiddetti passaggi generazionali.

Il sindacato in tutto ciò?

I sindacati hanno compreso che questa può rappresentare una soluzione per uscire da una crisi che rischia di condannare molti alla disoccupazione e alla difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro.

Nuove prospettive si aprono per il mondo della cooperazione?

Il Veneto ha una antica e consolidata tradizione cooperativistica. Forse siamo abituati a individuarla nei settori sociale e agricolo, non in quello manifatturiero.

 


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Roberto Grigoletto

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