DIPENDENTI DEL "GRIS" IN PIAZZA PER RIUSCIRE A INCASSARE LO STIPENDIO
Da due mesi un centinaio di dipendenti lavorano gratis
| Mauro Favaro |
![DIPENDENTI DEL DIPENDENTI DEL](https://www.oggitreviso.it/sites/default/files/styles/505/public/files/protesta_gris_0.jpg?itok=eDVZ8gmM)
MOGLIANO – Sono senza stipendio da due mesi e non sanno se prima o poi potranno tornare a prenderlo. E’ questa la situazione in cui sono costretti a vivere i dipendenti dell’istituto “Gris”, un centinaio in tutto tra operatori e amministrativi, che ieri hanno manifestato in piazza dei Signori mentre alcuni delegati sindacali hanno incontrato il prefetto, Aldo Adinolfi, per cercare di risolvere la situazione.
Una situazione che, però, è tutt’altro che lineare. Le paghe, così come gli investimenti per le attività del centro, sono bloccate perché dei 23 milioni di buco del “Gris” circa 8 sono stati reclamati dalla Siram, società fornitrice di tecnologie, che ha chiesto e ottenuto il congelamento del conto corrente dell’istituto. E adesso nessuno può più toccare i soldi che sono in cassa.
«Per il momento non ci sono soluzioni certe: mercoledì prossimo abbiamo un altro incontro con il prefetto, il commissario e la ditta che ha presentato l’ingiunzione di pagamento – spiega la segretaria della Fp-Cgil, Assunta Motta – se non si troverà una via d’uscita venerdì andremo davanti alla Regione per incontrare sia Zaia che Sernagiotto». I dipendenti, quindi, sono costretti ad aspettare ancora. Quelli del “Gris”, ma anche quelli di “Mogliano Servizi”, la società che distribuisce i pasti nell’istituto e che, a cascata, si ritrova a sua volta in difficoltà economiche.
«Non stiamo scioperando, ma siamo in agitazione: siamo dipendenti pubblici, per la stragrande maggioranza donne, che lavorano gratis da oltre due mesi e che ora, senza lo sblocco dei conti corrente, non riescono più ad andare avanti – spiegano alcuni lavoratori – il commissario (Annalisa Basso, ndr) non ha fatto nulla per evitare questa situazione, che era prevedibile, e ora le ripercussioni economiche si stanno espandendo a macchia d’olio».