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30 gennaio 2025

Castelfranco

DOLORE, COME RIDURLO? ESPERTI PER TRE GIORNI A CONFRONTO

Ad Asolo incontri organizzati dal Dipartimento di Farmacologia ed Anestesiologia dell’Università di Padova

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DOLORE, COME RIDURLO? ESPERTI PER TRE GIORNI A CONFRONTO

Asolo – È stata scelta la città di Asolo, quest’anno, per gli ormai tradizionali incontri di medicina del dolore organizzati dal Dipartimento di Farmacologia ed Anestesiologia dell’Università di Padova.

Per tre giorni Asolo sarà la capitale triveneta delle cure dl dolore, ospitando da giovedì 6 a sabato 8 maggio, l’ottava riunione dei centri di terapia del dolore e cure palliative del Veneto e la quinta riunione Triveneta dei centri di terapia del colore cure palliative.

Gli incontri si terranno giovedì 6 maggio presso il Teatro Duse di Asolo, mentre venerdì 7 e sabato 8 maggio presso il Centro di spiritualità Santa Dorotea, sempre ad Asolo.

Numerosi gli interventi previsti, coordinati tra gli altri dai due primari di Anestesia dell’Ulss 8, il dottor Giorgio Zanardo dell’Ospedale di Castelfranco, ed il dottor Moreno Agostini, dell’Ospedale di Montebelluna. Le relazioni approfondiranno gli aspetti etici, terapeutici e scientifici legati al tema delle cure palliative nei pazienti che provano dolore durante il periodo di malattia e del dolore cronico, cosiddetto benigno, che interessa un italiano su quattro, vale a dire, oltre 14 milioni di persone sono affette da dolore cronico non oncologico con gravi ricadute sulla qualità di vita oltre che economiche visto che in molti casi riguarda persone giovani in età lavorativa.

Nella giornata di venerdì 7 maggio interverrà anche il dottor Pietro Roncato, dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Castelfranco che illustrerà i primi dati relativi all’introduzione di un percorso di cure di fine vita che si ispira alla cosiddetta “Liverpool Pathway”, ovvero un percorso terapeutico e assistenziale rivolto a persone con malattie in fase terminale, nato in Gran Bretagna, e poi introdotto in molti paesi europei.

Il percorso di cure di fine vita è un progetto innovativo, introdotto nel reparto di Medicina di Castelfranco Veneto, sostenuto con impegno dal direttore, dottor Lusiani, e da tutto il personale medico e infermieristico.

L’obiettivo fondamentale è prendersi cura della persona e non curare inutilmente una malattia, anche in un reparto per acuti, considerando i bisogni fondamentali della persona e il diritto ad una morte dignitosa privata, se possibile, da inutili sofferenze e solitudine.

Il percorso di cure è rivolto alle molte persone con malattie in fase terminale che, per diversi motivi, non usufruiscono della rete domiciliare di cure palliative o di strutture dedicate.

Interverrà anche la dottoressa Paola Paiusco, direttore delle Cure primarie del distretto di Asolo e Castelfranco, che si soffermerà sulla dimissione protetta, cioè sul processo di passaggio di cura dall’ospedale al domicilio applicato ai pazienti “fragili”, in particolare quelli affetti da malattia oncologica e non oncologica in fase avanzata e che necessitano di un approccio palliativista.

Questo processo non deve essere inteso come una dimissione precoce del paziente, al contrario, necessita di un altissimo livello di comunicazione e di integrazione tra l’Ospedale, il Nucleo di cure palliative, i Servizi Distrettuali ed i medici di medicina generale, tutti coinvolti nel definire il percorso assistenziale individuale pi adeguato per il paziente e la sua famiglia.

“La procedura della dimissione protetta – spiega la dottoressa Paiusco - va applicata nell’esclusivo interesse del paziente e non deve essere presa a pretesto per effettuare dimissioni precoci. Va attivata quando il medico ospedaliero ravvisa la necessità di cure e assistenza dopo la dimissione. La dimissione protetta deve quindi essere organizzata per tempo. La segnalazione al medici di medicina generale e al Nucleo di cure palliative dovrà arrivare almeno tre giorni prima la data prefissata per la dimissione in modo da garantire la massima qualità di assistenza per il paziente”.

Il dottor Giorgio Boz, dell’Anestesia montebellunese, interverrà invece sulla gestione del dolore nel decorso post-operatorio, soffermandosi sull’esperienza dell’ospedale di Montebelluna dove è stato introdotto un protocollo in forma cartacea in ogni reparto chirurgico ed in ogni sala operatoria, dapprima condiviso con i medici anestesisti dei singoli servizi e successivamente illustrato ai singoli reparti chirurgici.

Assieme al protocollo è presente l’attività di “consulenza interna”. Il più delle volte si tratta di aggiustamenti terapeutici: indice di una buona preparazione di base dei colleghi e di una sensibilizzazione a non fare soffrire il paziente, altre volte si tratta di richieste per l’uso di tecniche analgesiche che richiedano una particolare competenza specifica.

(fonte: Ulss 8; foto da web)

 


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