Doping, deferito vincitore Treviso Marathon 2015
Stefano La Rosa tra gli atleti nel mirino della procura antidoping della Nado Italia
TREVISO - La procura antidoping della Nado Italia ha deferito 26 atleti azzurri, chiedendo per loro 2 anni di squalifica per aver eluso dei controlli antidoping. Tra questi c'è anche il vicnitore dlla maratona di Treviso di quest'anno, Stefano La Rosa, mezzofondista classe 1987, otto volte campione italiano.
La decisione della procura antidoping è stata presa sulla base dell'indagine 'Olimpia', svolta dalla Procura di Bolzano e agli esiti degli accertamenti svolti in ambito sportivo. Fra gli atleti finiti nel mirino ci sono diversi nomi di spicco tra i quali Fabrizio Donato, Daniele Greco, Andrew Howe, Gianluca Tamberi e Giuseppe Gibilisco. Richiesta di archiviazione, invece, per altri 39 atleti tra i quali Antonietta Di Martino e Alex Schwazer.
Questa la lista completa dei 26 atleti deferiti: Roberto Bertolini, Migidio Bourifa, Filippo Campioni, Simone Collio, Roberto Donati, Fabrizio Donato, Giovanni Faloci, Matteo Galvan, Giuseppe Gibilisco, Daniele Greco, Andrew Howe, Anna Incerti, Andrea Lalli, Stefano La Rosa, Claudio Licciardello, Daniele Meucci, Christian Hobrist, Ruggero Pertile, Jacques Riparelli, Silvia Salis, Fabrizio Schembri, Daniele Secci, Kaddour Slimani, Gianluca Tamberi, Marco Francesco Listalli, Silvia Wessesteiner.
Il presidente della Fidal, Alfio Giomi, in un comunicato ha ribadito "la totale fiducia nell'operato della procura antidoping del Coni" auspicando "una rapida conclusione dell'iter giudiziario" ma ha anche sottolineando quanto già espresso oltre un anno fa in merito all'inchiesta: "Scaricare solo sugli atleti la responsabilità di quanto è accaduto è troppo semplice. L’atleta è il punto di partenza e di arrivo di tutto il movimento sportivo, ma in mezzo ci sono tecnici, società, federazione, Coni. Assumiamoci tutti la nostra responsabilità". "Rispetto a quelle parole -ha aggiunto nella nota Giomi-, vorrei solo ricordare che il Consiglio federale attualmente in carica ha stabilito il 28 febbraio dello scorso anno che gli atleti, al secondo mancato controllo e/o mancata comunicazione, perdano ogni forma di assistenza da parte della Federazione; ed inoltre, che lo stesso Consiglio ha varato il 20 dicembre 2013 il 'Codice etico dell’atletica italiana', che prevede, tra le altre cose, l’automatica esclusione dalle squadre nazionali per gli atleti condannati a pene superiori ai due anni di squalifica per fatti di doping".