Dormivano nel parcheggio dell'Appiani, 25 migranti accolti all'ex caserma Serena
Il sindaco Conte: "Queste persone vanno aiutate ma i comuni non possono essere lasciati da soli a gestire questa emergenza”
| Isabella Loschi |
TREVISO - Un gruppo di 25 richiedenti asilo di nazionalità pakistana da qualche tempo è tornato a dormire nel parcheggio sotterraneo della Cittadella Appiani. Una situazione che si era già verificata quest’estate. I richiedenti asilo arrivati in Italia e nella Marca, dopo viaggi estenuanti e senza documenti, sono stati temporaneamente trasferiti al centro di accoglienza all’ex caserma Serena.
“Ciò è stato possibile non senza difficoltà per la Prefettura e l’ente gestore del centro di accoglienza- spiega la Prefettura di Treviso in una nota - visti i continui arrivi degli ultimi mesi di migranti dalle zone di sbarco e dalla rotta balcanica, che hanno determinato l’indisponibilità di posti in tutti i centri di accoglienza straordinaria della provincia (6 comprese le due ex caserme Serena di Treviso e Zanusso di Oderzo)”. Prima dell’inserimento dei 25 cittadini pakistani il centro all’ex Serena registrava 360 richiedenti di protezione internazionale. Dallo scorso maggio, la Prefettura di Treviso ha dato accoglienza anche a 70 persone arrivate autonomamente nella Marca, di cui 14 accolti presso l’ex caserma Serena, cui si aggiunge appunto l’anzidetto gruppo di 25 pakistani, per un totale di 95, di cui 39 nella sola struttura di Treviso.
“Non possiamo vedere nella nostra città ragazzi che vivono in un parcheggio e dormono al freddo. Al di là delle leggi e delle regole, noi non possiamo accettare queste situazioni. Queste persone vanno aiutate", ha detto il sindaco Mario Conte. "Ringrazio la Prefettura per la risposta tempestiva di accoglienza di questo gruppo di 25 persone ma l’emergenza umanitaria, che vede protagonista anche la nostra città, continua: questo sera probabilmente arriveranno altre persone e domani altre ancora. Per questo serve una risposta da parte dello Stato. I comuni non possono essere lasciati da soli a gestire questa emergenza”, continua il primo cittadino.
“Attualmente il comune ha in carico 34 minorenni, tanti diciassettenni non accompagnati e senza documenti. Costano circa 6mila euro al giorno alla comunità trevigiana e solo 3mila euro ci vengono rimborsati dallo Stato. Certamente noi non possiamo e non vogliamo lasciarli soli perché questi ragazzi hanno tutto il diritto di essere accolti, ma se non abbiamo risposte immediate dal governo l’accoglienza rischia di mettere in ginocchio le amministrazioni comunali”.