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28 marzo 2024

Treviso

FEDERALISMO: IL PD SI INTERROGA E PROPONE SOLUZIONI

Per ora una scatola vuota, la preoccupazione è che se si attua male possano nascere disordini sociali e mancanza di diritti

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FEDERALISMO: IL PD SI INTERROGA E PROPONE SOLUZIONI

TREVISO - Incongruenze del Federalismo prossimo venturo e soluzioni per rendere questo principio sacrosanto davvero un aiuto per gli Enti locali e per i cittadini, e non solo una scatola vuota o uno slogan utilizzato per vincere le elezioni. “Il paese che non c’è e i paese che meritiamo. La riforma federalista e della Pubblica amministrazione” il titolo dell’assise voluto dal Partito Democratico.

Sabato 15 gennaio, all’Hotel Ca’ del Galletto il quartier generale del Pd era riunito per proporre la propria visione di Federalismo e indicare la via per renderlo davvero utile. Fra i relatori era presente il sen. Marco Stradiotto, già sindaco di un Comune padovano, la prof. Adriana Vigneri, già sottosegretario al ministero dell’Interno, docente universitaria e membro del comitato scientifico Astrid, Fondazione costituita nel 2009, sull’esperienza dell’Associazione fondata nel 2001 da studiosi di varia estrazione politica e culturale, da parlamentari ed esponenti politici, e da dirigenti delle pubbliche amministrazioni, da tempo impegnati nella progettazione e implementazione delle riforme istituzionali e amministrative.

Da sinistra: Marco Stradiotto, Claudio Niero, Adriana Vigneri, Floriana Casellato, Oriano Giovanelli

Presente anche l’on Oriano Giovanelli e la candidata del Pd per le amministrative provinciali, il sindaco di Maserada sul Piave, Floriana Casellato, che battagliera più che mai ha fatto un appello ad affrontare gli impegni elettorali con il “cuore” parlando alla gente con semplicità e concretezza. Tornando al Federalismo, Vigneri ha affermato che si tratta di una riforma “obbligata e irreversibile”.

Si tratta di ridistribuire, cosa che già il Governo Prodi aveva fatto allora sulla carta, funzioni e compiti degli enti periferici, Regioni, Provincie e comuni e capire dove trovare i fondi per mettere gli enti in grado di offrire i servizi ai cittadini. “Se il Federalismo viene bene utilizzato è senz’altro fonte di benessere, coesione sociale e garanzia di diritti, mi riferisco ai livelli assistenziali minimi – ha detto l’ex parlamentare - , altrimenti rischia di diventare fonte di caos, conflittualità e per il Mezzogiorno l’impossibilità di spendere i soldi che gli verrebbero destinati".

Vigneri ha criticato aspramente l’eliminazione dell’Ici, tout court, giù prevista peraltro da Prodi per i possessori di piccoli alloggi. Il sen. Stradiotto per la riforma sul Federalismo attinente ai Comuni che dev’ essere votato entro il 26 gennaio. “Il Governo aveva previsto che entrassero ai Comuni tutte le imposte immobiliari, dopo essere stato mediato da un fondo perequativo nazionale, ho dimostrato che essendo questi fondi troppo sperequati fra Comune e Comune, sarebbe stato necessario disporre di un fondo perequativo troppo consistente, quindi di fatto non sarebbe cambiato nulla perché i fondo invece di arrivare dal ministero dell’Interno sarebbero giunti dal ministero dell’Economia, ma si trattava sempre della stessa cosa, mentre il Federalismo funziona se i soldi che vengono creati sul posto ci restano.

Ora si sono resi conto dell’assurdità del decreto che verrà modificato e sostituiranno l’entrata di cui si parlava con una compartecipazione all’Irpef, molto minore rispetto alla proposta del sindaci del 20 per cento, ma questo dovrebbe riequilibrare la situazione”. Stradiotto pone il problema che i soldi, come la compartecipazione all’Irpef è una finanza derivata, non è autonomia finanziaria, mentre, secondo l’esponente del Pd il Federalismo funziona certamente con un po’ di finanza derivata, altrimenti non si riesce a colmare le differenze fra Comuni, ma soprattutto le pagate dai cittadini per il Comune restano in loco, solo così il cittadino ha il controllo diretto sull’operato del suo Ente.

“Il fatto che in questo convegno non si affronti solo il tema del Federalismo o del Patto di Stabilità, ma si voglia tener conto di una visione d’insieme dello Stato, del riordino dei poteri degli Enti locali, delle rivisitazione delle competenze e delle risorse per poterle espletare, è quello che ci distingue anche rispetto alla confusione e al modo di trattare il tema che ha la Lega, seppure il partito cerchi di dare speranza ai propri amministratori e ai cittadini, ma quando si entra nel vivo abbiamo sentito che tutti i sindaci, di destra e di sinistra hanno gli stessi problemi”. Prosegue la candidata presidente alle elezioni provinciali di primavera.

Il Patto di stabilità è un problema per tutti i sindaci, ma quelli leghisti hanno avuto ordine dal partito di state fermi, di non far sentire la propria voce di dissenso. Parlavo con il sindaco di Vittorio Veneto e segretario provinciale della Lega Toni Da Re mi ha confessato che deve tagliare un milione e mezzo di euro di spese e non sa come fare, ma noi non protestare. Assieme ad altri sindaci, a livello trasversale, di avere incontri con le associazioni di categoria e con i parlamentari. Il procuratore Fojadelli ha avvertito i sindaci che minacciano di chiudere i municipi per protesta che rischiano la denuncia penale.

"Dico a Fojadelli, noi siamo usciti dal Patto nel 2006, ma abbiamo preferito farlo perché è immorale, per i Comuni, non pagare le ditte che hanno lavorato per noi, altrimenti una ditta sarebbe fallita”. Presente anche Francio Zanata ”Il Tema del federalismo non è di destra, noi come partito e amministratori del Pd stiamo portando avanti, ma vorremmo che fosse non solo a parole o dichiarato sulla carta, ma un Federalismo reale che tenga conto della reale situazione del Paese e che interrompa, come avvenuto in passato, con i trasferimenti continui di fondi dalla Stato che sono sempre meno anche in virtù della crisi in atto. Chiediamo che ci sia una responsabilità lasciata ai Comuni e che le risorse tengano conto di una gestione efficiente e virtuosa che non premi quei comuni spreconi”.


 


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