Fine vita, Cappato: "Elena è morta nel modo che ha scelto"
"Domani in Italia andrò a autodenunciarmi"
ROMA - "Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso''. Lo scrive in un tweet Marco Cappato che annuncia ''domattina in Italia andrò ad autodenunciarmi".
Ieri Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, aveva annunciato di trovarsi in Svizzera per dare seguito alla richiesta di aiuto ricevuta da parte di una signora veneta di 69 anni, paziente affetta da una importante patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi, che ha chiesto di essere accompagnata nel Paese elvetico per potere accedere legalmente al suicidio assistito.
Lo conferma l'Associazione Coscioni in una nota, in cui spiega che l'autodenuncia avverrà domani alle 11 presso la stazione dei carabinieri in via Fosse Ardeatine 4, a Milano. Cappato rischia fino a 12 anni di carcere per l'accusa di aiuto al suicidio. Per Cappato, spiegano ancora dall'associazione, si tratta di una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è "tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale", quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l'accesso alla tecnica in Italia. In Italia, proprio grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l'aiuto fornito a Fabiano Antoniani (sentenza 242 della Corte costituzionale), il suicidio assistito è possibile e legale in determinate condizioni della persona malata che ne fa richiesta (persona affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale), requisiti riconosciuti invece a "Mario"/Federico Carboni, il primo caso di suicidio assistito in Italia.
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