Fine vita, Cappato si autodenuncia: "Aiuteremo chi lo chiederà"
"Sarà poi compito della giustizia stabilire se ciò è un reato"
MILANO - Il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, è arrivato alla stazione dei carabinieri vicino a piazza Duomo per autodenunciarsi dopo avere accompagnato la signora Elena, veneta, malata terminale di cancro, al suicidio assistito in Svizzera.
"Oggi mi reco alla caserma dei carabinieri per raccontare l'aiuto fornito a Elena - ha spiegato parlando con la stampa prima di entrare -, senza cui non sarebbe stato possibile arrivare in Svizzera.
E spiegherò ai Carabinieri che per le prossime persone che ce lo chiederanno, se saremo nelle condizioni di farlo, aiuteremo anche loro. Sarà poi compito della giustizia stabilire se questo è un reato o se c'è la reiterazione del reato. O se c'è discriminazione come noi riteniamo tra malati". Insieme a Cappato anche l'avvocatessa Filomena Gallo, segretario della associazione Coscioni.
"Non c'e' stata alcuna risposta da parte del Parlamento, della politica, dei capi dei grandi partiti. In queste ultime due legislature non e' mai stata discussa nemmeno un minuto la nostra legge di iniziativa popolare presentata 9 anni fa. Ora siamo arrivati a questa situazione che di fronte alla richiesta di Elena, potevamo girarci dall'altra parte o darle l'aiuto che cercava, alla luce del sole e assumendoci totalmente la responsabilita' di questo" ha detto Cappato arrivando a Milano.
"A noi come associazione Luca Coscioni pare evidente che c'è una discriminazione costituzionale tra malati" ha spiegato poi uscendo dalla stazione dei carabinieri. Secondo Cappato c'è discriminazione tra malati come Elena, che non possono accedere al suicidio assistito, e chi come Federico Carboni, "che sono dipendenti da trattamenti di sostegno vitale, lo possono fare pur con molte difficoltà". "È un trattamento discriminatorio contro un certo tipo di malati rispetto ad altri, che faticherei a definire privilegiati, ma che almeno hanno questa faticosa, tenue, possibilità - ha concluso -, di ridurre le proprie sofferenze nella fase terminale della loro vita".
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