FOLLINA - “Ha lasciato solo la pelle e la testa”. Lo racconta, dispiaciuto, Angelo Dal Vecchio, che insieme al figlio Loris gestisce due piccole aziende familiari in vicolo Castelaz. Nei giorni scorsi hanno subito l’attacco del lupo, che ha ucciso un’asina e il suo piccolo. I due animali sono stati uccisi nella notte tra lunedì e martedì. Il lupo (o il branco) ha letteralmente sbranato i poveri asini.

L’ultimo episodio era stato registrato qualche giorno fa a Revine Lago, in località Bareda, circa due chilometri sopra il santuario di San Francesco da Paola. Il lupo ormai popola stabilmente questa zona dalle Prealpi. Quest’anno, a causa dell’attività predatoria di questa specie, diversi piccoli allevatori o appassionati hanno perso i loro capi in tutta la Vallata, da Revine Lago a Tarzo, da Cison di Valmarino a Follina.

“Quegli asini avevano un valore simbolico – dichiara Loris -. Li usavo anche per San Nicolò, avevano pure una funzione sociale. Oggi tutti parlando di green, ma il verde ha bisogno di essere curato: se ci prendiamo cura delle fasce più alte dei nostri territori, la fauna selvatica non arriva vicino alle case”.

“Ormai questi attacchi sono diventati prevedibili – commenta Angelo -. Viviamo in una società che non vuole salvare il salvabile. Per colpa degli ambientalisti dobbiamo convivere con lupi, orsi e cinghiali, ma nessuno considera i danni che questi animali arrecano alle aziende agricole”.

“Ormai qui a Valmareno i lupi si muovono a ridosso delle case, li vediamo anche lungo le strade – aggiunge l’uomo -. I cinghiali, invece, mi hanno rovinato le viti. Non si può andare avanti così”.

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