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17 luglio 2024

Vittorio Veneto

I fossili e il negazionismo

Sul clima vince l’interesse dei più forti. Ma a rimetterci chi sono? Indovinate un po’

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

proteste clima

In novembre uscì su OggiTreviso un articolo sul Friday For Future (FFF). La filosofia di questo movimento ambientalista ispirato dalla magnetica Greta Thunberg è condivisibile tranne che per gli “scioperi” del venerdì mattina, con danno all’attività scolastica. Li facessero la domenica, il diritto-dovere allo studio verrebbe rispettato e avremmo reale misura di quanti giovani condividano i principi del movimento, al netto di quelli che “scioperano” non per la salute del pianeta ma per marinare. Questi FFF son altra tribù rispetto i vandaloecologisti che, screditando così la loro causa, imbrattano opere d’arte e monumenti come di recente accaduto alla Basilica di San Marco.

 

Con ottimo tempismo, poco dopo l’articolo di OT s’è aperta a Dubai la 28 a Conferenza sul clima. Il suo esito s’avvia, come previsto, a un bruciante fallimento, già intuibile dall’esordio del ministro degli Emirati e capo della compagnia petrolifera di stato che presiedeva i lavori; che, far presiedere a uno così un summit sulla decarbonizzazione è come dare in mano un orfanotrofio ad Erode. Tale Sultano ha detto: “non esiste alcuna scienza che affermi che l’eliminazione dei carburanti fossili porti a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi”. Negazionismo puro in linea con chi dice che la lotta ai combustibili fossili è un complotto mondiale per rafforzare i poteri occulti che ci tiranneggiano. Peccato che le proiezioni dicano che coi ritmi dei venditori di gas-carbone-petrolio la temperatura salirà di 2,7°, quasi il doppio; capace di alterare in modo irreversibile ecosistemi, biodiversità e destino dei popoli.

 

Perché trent’anni anni di summit climatici han portato a tanta aria fritta su una questione così drammatica? Semplice: 1) chi ha fonti di energia fossile vuol continuare a fare guadagni facili, nonostante abbia già rubinetteria in oro zecchino; 2) in politica non albergano responsabilità/solidarietà tra generazioni: noi pensiamo ai nostri giochi di potere, i posteri si arrangino 3)gli gnomi dell’ economia mondiale se ne fregano del riscaldamento climatico e danni derivati; loro reputano di aver, in qualsiasi caso, di che sentirsi al sicuro; gli altri, i paria, son condannati a macerare lì dove soffrono caldo, siccità, fame, malattie, eventi estremi. Se anche queste caste inferiori muoiono, per propria intrinseca vulnerabilità esistenziale, che gliene importa a ricchi e potenti? Anzi… con un po’ di gente in meno sul pianeta si sta più larghi…

 


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