TREVISO – Deve ancora arrivare, ma già potrebbe essere più caro del previsto. Dopo anni di rincorsa, infatti, il biglietto unico che verrà adottato dalla nuova società del trasporto locale (pronta a nascere dalla fusione di Lamarca, Actt, Ctm e Atm) rischia di nascondere un’amara sorpresa. “L’obiettivo è quello di non toccare le tariffe – mette le mani avanti l’assessore provinciale ai Trasporti, Michele Noal – ma è anche vero che senza questa fusione 3 singole aziende, con l’esclusione di Lamarca, avrebbero rischiato il fallimento”.

Il via libera definitivo che verrà dato sotto Natale, insomma, arriva appena in tempo. E tra tutti quanti i mali possibili, causati dall’ormai scontato ulteriore taglio dei trasferimenti statali, meglio avere a che fare con il minore. Poi ci sono gli effetti della manovra Monti. A partire dall’allungamento dell’età pensionabile che potrebbe far sfumare 2 milioni di risparmi messi in conto nel progetto della nuova società.

“C’è questo aspetto – ammette Italo Pegoraro, perito nominato dal tribunale per la valutazione delle aziende – ma dall’altra parte c’è un assestamento del bilancio regionale che, modificando i criteri di assegnazione dei contributi, potrebbe farci addirittura guadagnare il 38%”. I giochi, comunque, sono fatti.

La perizia di Pegoraro ha determinato il valore delle azioni delle 4 società: 19,7 milioni per Lamarca (76,9% Provincia e 23% Atap), 6,1 per l’Actt (71,2% Comune di Treviso), 1,6 per Atm (53% Comune di Vittorio Veneto) e 1,3 per Ctm (35,8% Comune di Castelfranco). “Ma se Lamarca va così bene – chiede Luigi Amendola (Sel) – perché il core business della nuova società viene dato ad Actt?”. Mistero che non ha trovato risposta nemmeno nella commissione provinciale ad hoc di ieri pomeriggio.