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25 aprile 2024

Esteri

G20, Erdogan: "Terrorismo minaccia tutti noi"

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G20, Erdogan:

Ha preso il via ieri mattina il G20 di Antalya, il vertice dei capi di Stato e di governo delle 20 principali economie mondiali. Il programma del summit è, ovviamente, segnato dagli eventi di Parigi e quindi anche le discussioni e le decisioni dei leader mondiali dovrebbero essere orientate a dare una risposta all'emergenza terrorismo. In apertura della prima sessione di lavoro, il presidente turco Tayyip Recep Erdogan ha chiesto ai leader mondiali un minuto di silenzio per le vittime di Parigi. "Il terrorismo minaccia tutti noi", ha poi detto Erdogan aprendo la sessione di lavoro. "Crescita, economia e sicurezza non sono questioni tra loro così distanti", ha aggiunto il presidente turco, sottolineando che il contrasto al terrorismo è questione che riguarda sia "la sicurezza che la finanza".

Nel programma originale, il tema terrorismo (con quello dei migranti) è all'ordine del giorno della cena di lavoro in programma stasera. Il presidente francese Francoise Hollande non sarà presente, ma è atteso un suo video messaggio al summit.

"Dopo Parigi il G20 non deve essere solo un altro summit: le parole non bastano, è il momento di agire", ha detto il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Abbiamo espresso solidarietà, ma non basta", ha detto tra l'altro Tusk aggiungendo: "Chiamiamo tutti i leader del G20 a mostrare piena determinazione nella lotta al terrore". Il presidente del Consiglio Ue, tra le altre cose, ha chiesto uno "scambio di informazioni sulle transazioni finanziarie" per bloccare i fondi al terrorismo.

INCONTRO OBAMA-ERDOGAN. A margine del vertice il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è riunito con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama per un bilaterale. Nel corso dell'incontro, cominciato alle 10.40 ora locale (le 9.40 in Italia), poco dopo l'arrivo dell'Air Force One di Obama ad Antalya, il leader Usa ha assicurato che "raddoppieremo i nostri sforzi in collaborazione con gli altri membri della coalizione per arrivare ad una soluzione pacifica in Siria e eliminare Daesh come forza in grado di arrecare così tante sofferenze alla gente ad Ankara, Parigi ed altre parti del mondo". "Il cielo si è oscurato per gli orribili attacchi compiuti a Parigi appena un giorno e mezzo fa", ha aggiunto Obama, spiegando che gli Stati Uniti ed i loro alleati stanno anche lavorando per garantire una transizione politica in Siria "che possa alleviare le sofferenze di tanta gente e privare l'Is delle condizioni in cui può operare".

COLLOQUIO PUTIN-OBAMA. Obama ha avuto anche un faccia a faccia con il presidente russo Vladimir Putin ripreso dalle telecamere. Secondo quanto riferito, il colloquio tra i due leader, assistiti dai rispettivi interpreti, è durato una ventina di minuti. Le tv hanno mostrato le immagini dei due presidenti seduti su poltroncine in una sala dove era in corso la pausa caffè dei leader. Il faccia a faccia tra Putin e Obama non era previsto, ma la consigliera per la sicurezza nazionale americana Susan Rice aveva detto che ad Antalya c'erano "ampie opportunità per una discussione".

In precedenza il presidente russo, parlando ad Antalya ad una riunione informale dei leader dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), aveva esortato la comunità internazionale a lavorare insieme contro il terrorismo: "Sappiamo fin troppo bene che solo uno sforzo unitario dell'intera comunità internazionale potrà contribuire ad affrontare la minaccia del terrorismo e ad assistere milioni di persone rimaste senza casa (a causa dei conflitti).

Il premier Matteo Renzi, arrivato come tutti gli altri leader in mattinata, oggi alle 15,15 parteciperà alla riunione del 'Quint' con Angela Merkel, David Cameron, Laurent Fabius (il ministro degli Esteri francese che sostituisce l'assente Francoise Hollade) e Barack Obama. All'ordine del giorno del vertice dovrebbe esserci l'emergenza terrorismo.

Il 'Quint' vede riuniti intorno al tavolo i leader dei maggiori Paesi europei, con l'aggiunta degli Stati Uniti, che in occasione dei vertici internazionali discutono dei temi di più stretta attualità. Questa volta, oltre al terrorismo, i leader dovrebbero parlare di Siria e migranti.

 



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