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23 novembre 2024

Treviso

"Gli insegnanti no vax tornano a percepire lo stipendio ma senza lavorare"

L'ira dei sindacati della Marca per il decreto del Governo che permette ai docenti non vaccinati di rientrare a scuola ma non in aula

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Docenti no vax rientrano a scuola ma non in classe con gli studenti

TREVISO - Sospendere il decreto “Riaperture”. I sindacati della Marca bocciano la decisione del Governo di far rientrare - ma non in classe - da venerdì 1 aprile i docenti no vax. Di fatto per tornare a percepire lo stipendio, senza lavorare, non potendo entrare a contatto con gli studenti. Che cosa andranno a fare a scuola ogni mattina questi insegnanti è avvolto nel mistero: in teoria ma anche in pratica non dovrebbero poter occupare nemmeno gli spazi fuori dalle aule e quindi mettere piede nelle segreterie, nelle biblioteche, nelle mense. Insomma un bel pasticcio. Per non parlare della disparità di trattamento riservata a docenti vaccinati e non.

I sindacati della Marca non hanno esitato a biasimare la contraddittorietà e la difficile applicabilità del provvedimento decretato dal Governo. Per lo Snals “non può che sollevare perplessità e contrarietà tra il personale della scuola, in primis per la grave discriminazione che rischia di generare in ambito lavorativo tra gli stessi operatori ed inoltre perché gli effetti di quanto disposto rischiano di metterli l’uno contro l’altro”. Una disposizione che obbligherà tra qualche giorno i capi d’istituto ad utilizzare i docenti che rifiutano l’obbligo vaccinale in attività di supporto non meglio identificate, con esclusione del ritorno all’insegnamento in cattedra dove sono ad oggi sostituiti dai cosiddetti docenti Covid con contratto a tempo determinato fino al 15 giugno.

Per il segretario provinciale del sindacato autonomo, Salvatore Auci, “utilizzare le scarsissime risorse destinate al fondo di istituto per pagare i supplenti covid, come previsto dal decreto, è improponibile”. Ovviamente gli organismi statutari del sindacato provinciale e nazionale si sono già attivati per chiedere la modifica del decreto, ma anche per cercare di “correggere le ulteriori forzature e imposizioni”.

Secondo la Cisl scuola il decreto fornisce indicazioni sulla modalità di utilizzo del personale inadempiente rispetto all'obbligo vaccinale: questo personale potrà rientrare a scuola a partire dal 1° aprile ma non in attività a contatto con gli alunni. Quindi, se dirigente o personale Ata, potrà riprendere regolarmente la propria ordinaria attività (come se i collaboratori scolastici, ad esempio, non fossero a contatto continuo con gli alunni…) , se docente dovrà essere adibito ad altri compiti.

Aggiunge la segretaria provinciale della Cisl scuola Treviso e Belluno, Lorella Benvegnù: “Il problema è che questi non meglio definiti compiti prevedono, fra l’altro, anche degli spazi fisici riservati in cui poter essere svolti, cosa che non è affatto scontata nelle nostre scuole. Il tutto rischia di risolversi in una disparità di trattamento fra chi si è regolarmente vaccinato e chi no e in un grande spreco di risorse in un momento in cui la scuole avrebbero bisogno di poter disporre di tutte le risorse possibili per garantire la migliore offerta formativa”.

Ma c’è anche un problema di costi, che alla Cisl interprovinciale non va proprio giù: “È assolutamente inaccettabile che i 14 milioni per pagare i supplenti del personale utilizzato in altri compiti siano sottratti alle risorse contrattuali destinate alla valorizzazione dei docenti, cosa che dovrà essere assolutamente modificata in sede di conversione in legge e sulla quale ci sarà un forte impegno della Cisl scuola”.

Rincara la dose Marco Moretti (Flc Cgil): “Con il decreto del 24 marzo vengono introdotte gravi ed evidenti discriminazioni tra il personale scolastico, a partire dalle indicazioni relative alle sostituzioni, consentite nel caso del personale docente non vaccinato e non consentite, invece, per il personale Ata; non si comprende come potrà continuare, anche da non vaccinato, a svolgere attività di assistenza alla didattica nei laboratori, nelle palestre, nella scuola dell’infanzia, nelle mense e agli alunni con disabilità”.

La bocciatura da parte della Flc Cgil è netta: “Valutiamo estremamente grave il fatto che i fondi necessari per pagare i supplenti dei docenti rientrati senza vaccinarsi vengono sottratti dal fondo d’istituto. Si prendono cioè alle scuole, senza considerare che queste risorse sono già state oggetto di programmazione didattica e di contrattazione, e, dunque, già impegnate per altre attività scolastiche, didattiche e organizzative”. Un’altra (l’ennesima) operazione a perdere per la scuola - conclude Marco Moretti - che sottrae risorse contrattuali per il personale”.

 


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