Gli sporcano la vetrina del negozio, il titolare pubblica un fotogramma del colpevole
Protagonista il proprietario di Planet Cover in via Filzi: «Mi auguro di poter incontrare di nuovo l'autore del gesto, per renderlo consapevole del suo atto».
CASTELFRANCO - Due ragazzi passeggiano chiacchierando sotto i portici, quando ad un certo punto, uno dei due punta la cannuccia con la quale stava bevendo in direzione di un negozio, in quel momento chiuso, sparando due “colpi” verso la vetrina e lordando il vetro. Soddisfatto della performance balistica, il cecchino si allontana con noncuranza insieme al suo amico.
Non sapeva tuttavia che la sua prodezza da Guglielmo Tell era stata registrata dalle telecamere interne del negozio e che il proprietario, esasperato dal dover ripulire la vetrina per l’ennesimo atto di questo genere, avrebbe poi pubblicato su Facebook un fotogramma del filmato. L’augurio è che i genitori possano riconoscere il colpevole e prendere i provvedimenti che riterranno opportuni.
Protagonista della vicenda è Mauro Talamini Minotto, titolare del negozio Planet Cover in via Fabio Filzi, all’imbocco della famigerata "piazzetta rossa", al centro in passato di fatti di piccola delinquenza giovanile. Affacciata sulla piazza c’è anche un esercizio che vende il cosiddetto bubble tea, una bevanda a base di the aromatizzato con l'aggiunta di piccole sfere gommose o che “scoppiano” in bocca (bubbles).
Molti ragazzi si divertono a usare le cannucce come cerbottane per lanciare le bubbles, con il risultato di imbrattare le vetrine degli altri negozi lì presenti. Erano stati affissi dei cartelli per cercare di fermare il fenomeno, senza troppi risultati. Conscio che non si può imputare la colpa al negozio che vende il bubble tea, Mauro Talamini Minotto punta il dito contro l’atteggiamento dei ragazzi: «Alla fine sono sempre i soliti quattro-cinque, incuranti di regole o divieti. Una volta sono riuscito a fermarne due, facendo ripulire loro la vetrina che mi avevano appena sporcato».
L’auspicio di Talamini Minotto è riuscire a incontrare di nuovo l’autore del gesto, e possibilmente anche i suoi genitori, per discutere insieme a quattrocchi, perché prenda consapevolezza della stupidaggine di un tale atto e si assuma le proprie responsabilità. Nel frattempo sui social, il titolare incassa la solidarietà della comunità virtuale, concorde nell’affermare come la colpa di certi comportamenti sia da imputare soprattutto alla (non) educazione impartita dai genitori.