Ponzano – “Grazie Marco, per tutto”. Recitava così il cartellone bianco che gli amici di Marco Diacci, il 17enne spentosi in seguito all’incidente in cui è stato coinvolto la settimana scorsa a Camalò, hanno appeso oggi all’ingresso della chiesa di Paderno poco prima dell’inizio del funerale. Sono state oltre seicento le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Marco. Una folla che terminava solo a metà sagrato. Davanti a tutti i familiari, distrutti. Poco più in là, ad accompagnare il feretro, il gruppo scout che il giovane di Barrucchella ha frequentato per anni prima di diventare caposquadriglia. E poi gli amici e i compagni di classe della 4 A, indirizzo chimico, dell’Itis “Fermi” di Treviso, che lunedì, con l’avvio del nuovo anno scolastico avrebbero dovuto rivederlo seduto al proprio banco.

Invece Marco si è spento due giorni dopo lo scontro tra il suo scooter e una Fiat Marea condotta da chi aveva un tasso alcolico pari a circa il doppio del limite consentito dalla legge. Avrebbe compiuto diciotto anni esattamente tra dieci giorni. Una ricorrenza sottolineata anche da don Aldo Danieli durante l’omelia. “Ti ho accompagnato in un viaggio che non avrei mai pensato di fare: ti ho battezzato e ti ho visto crescere da scout esemplare e da scolaro diligente, e solo tra pochi giorni saresti entrato davvero nella giovinezza – ha ricordato il sacerdote – poi hai anche iniziato a lavorare per dare una mano alla tua famiglia, lasciando oggi una scia profumata di bei ricordi”.

Sabato sera Marco stava tornando proprio da una pizzeria di Signoressa dove si era recato a lavorare come cameriere, quando è stato coinvolto nel terribile incidente all’altezza dell’incrocio tra la strada provinciale 55 e via Sambughè. “Avevi un grande senso di responsabilità in un’età difficile – ha aggiunto don Aldo – dove la moda di uno stile di vita neopagano allontana i giovani dalla preghiera, unico balsamo che ora può lenire il nostro cuore ferito e lacerato”. L’ultimo cenno, prima di proseguire per il cimitero di Paderno, riguarda la scelta di donare gli organi. “Un desiderio di Marco – ha sottolineato il parroco – una generosità che permette di non morire completamente neppure sul piano umano”.

La morte del ragazzo ha destato commozione e partecipazione in tutto il trevigiano. Su Oggi Treviso continuano ad arrivare decine di saluti e messaggi di cordoglio per Marco e la sua famiglia da parte degli amici del ragazzo: leggi l'articolo e i commenti

Mauro Favaro