L'autentico capolavoro: chiedere voti sotto agli ombrelloni
La sfida vera è riuscire a trovare chi li ascolta - dalle villeggiatura o sotto il solleone - i comizi e i candidati
| Tommaso Colla |
TREVISO - Non s’era mai vista. In settantasei anni di storia repubblicana italiana, andare a chiedere i voti sotto agli ombrelloni non era mai accaduto. Al mare, di più recente, c’è stato il Papeete. Sarà interessante - da un punto di vista folkloristico, quanto meno - scoprire come leader e partiti imposteranno e combatteranno la campagna di agosto. Il “Generale Estate” imporrà le sue regole, inedite. Nei tempi: concentrati (si vota il 25 settembre) e intensi.
La sfida vera è riuscire a trovare chi li ascolta - dalle villeggiatura o sotto il solleone - i comizi e i candidati. Non il viatico migliore né il più appropriato al contenimento dell’astensionismo. Che poi, fosse questa la ragione ultima della disaffezione al voto. Sul rischio di urne vuote a fine settembre hanno già apposto la propria firma tutti quei parlamentari che hanno interrotto il percorso del Governo, auto-licenziandosi nella convinzione magari di riuscire a realizzare pure un capolavoro.
Sarà la volta buona, magari, che la sorpresa gliela faranno gli elettori a questi “scampati di casa”, impedendo ai più il rientro dalla finestra nelle stanze di quel potere che hanno dimostrato benissimo di non meritare?