Il lavoro nella Marca: cresce l’occupazione, ma rallenta la spinta del mercato
La provincia registra un saldo positivo di 4.700 posti, ma il calo delle assunzioni segnala una frenata rispetto agli anni precedenti. In difficoltà i settori metalmeccanico e il manifatturiero
TREVISO - Treviso chiude il 2024 con un saldo positivo di 4.700 nuovi posti di lavoro dipendente, secondo i dati diffusi da Veneto Lavoro. La provincia si conferma tra quelle in crescita occupazionale, ma con una dinamica rallentata rispetto al 2023. Il calo dell’1% nelle assunzioni, accompagnato dall’aumento delle cessazioni contrattuali – soprattutto per fine termine – riflette una frenata generale del mercato del lavoro. Nel dettaglio, la domanda di lavoro a Treviso registra una diminuzione dell’1%, mentre settori come il metalmeccanico e il manifatturiero mostrano segnali di difficoltà. L’industria conciaria, il legno-mobilio e il sistema moda subiscono significative perdite, in contrasto con l’edilizia, che segna un +4% nelle assunzioni e contribuisce al saldo positivo complessivo. Anche la logistica mostra una crescita con +1.700 posizioni create, in miglioramento rispetto al 2023.
A livello regionale, lo studio di Veneto Lavoro evidenzia un saldo di +28.500 posti di lavoro dipendente per il 2024, un dato inferiore rispetto agli anni precedenti. Verona (+7.200), Venezia (+5.500) e Padova (+5.100) guidano la crescita, seguite da Treviso, Vicenza (+3.200), Belluno (+1.500) e Rovigo (+1.400). Il terziario si conferma trainante con +19.400 posti di lavoro, seguito dall’agricoltura (+4.400) e dall’industria (+4.700), che però risente di un rallentamento significativo rispetto al 2023. Il metalmeccanico, in particolare, registra un calo del 14% nelle assunzioni, e l’automotive continua a perdere i posti guadagnati negli anni precedenti. Veneto Lavoro segnala un incremento del 21% delle domande di cassa integrazione ordinaria tra settembre e novembre, con picchi nelle province di Vicenza e Treviso. Nonostante ciò, gli ingressi in disoccupazione calano del 2% rispetto al 2023, dimostrando la resilienza di un mercato del lavoro che, pur in frenata, continua a offrire opportunità.
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